Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Abusi: c'è l'ipotesi ruspe

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2014

Centinaia gli edifici a rischio nell'area del parco: tremano in molti

 

Molentargius, Comune e Procura: «Demolizioni» 


A Molentargius, sito di interesse comunitario, parco di saline, fenicotteri e centinaia di costruzioni abusive, potrebbero arrivare le ruspe. Comune e Procura della Repubblica, in gran segreto, si sono incontrati giovedì scorso per discutere di un piano di demolizioni degli abusi edilizi e di ripristino dell'ambiente. Da una parte il sindaco Massimo Zedda, il direttore generale Cristina Mancini e il dirigente dell'edilizia privata Riccardo Castrignano. Dall'altra i magistrati.
In Comune avrebbero preferito che la voce non circolasse: «Abbiamo affrontato la questione degli abusi edilizi in città», conferma il sindaco. Punto. Dettagli? Zero. «Sono situazioni da approfondire», dicono dalla Procura: «Ovviamente si parla degli abusi edilizi e ambientali accertati in via definitiva, cioè con sentenza passata in giudicato. Il Comune è disponibile a collaborare e la lista degli abusi è lunga».
Lunghissima, per la verità. Ad avercela sono le associazioni Gruppi d'intervento giuridico e Amici della Terra: il 21 agosto scorso hanno chiesto i dati ai Comuni di Cagliari e Quartu; una richiesta formale, inoltrata anche a istituzioni europee, nazionali e regionali e alla Procura della Repubblica. Quartu (il 17 settembre) e Cagliari (due giorni fa) hanno risposto.
I NUMERI Si parla di centinaia e centinaia di casi. Tantissimi, sia a Quartu (a parte i 190 abusi di Medau Su Cramu, di cui si sapeva da anni, sono stati resi noti dal Comune un abuso oggetto di provvedimenti di demolizione e ripristino ambientale, 14 oggetto di concessioni edilizie in sanatoria, 13 per cui è stata avanzata istanza di condono) sia a Cagliari (206 riscontrati e sanzionati, 137 per cui è stata avanzata istanza di condono, 245 oggetto di provvedimenti di demolizione e ripristino ambientale, 39 già in fase di esecuzione coattiva).
Totale: nel Parco ci sono ben 259 casi di abusivismo totale o parziale riscontrati, di cui 39 oggetto di procedure coattive di demolizione e ripristino, e 150 casi in attesa di condono. Se davvero Procura e Comune intendono far entrare in azione le ruspe sarà una strage.
I PRECEDENTI Un po' come è successo a Corrumanciu, isolotto al centro dello stagno di Porto Pino: fino a un anno e mezzo fa ci sorgeva un villaggio turistico, ovviamente abusivo, poi su disposizione del procuratore capo Mauro Mura sono arrivate le ruspe e hanno buttato giù tutto. Un copione già visto all'opera, ma con tensioni sociali altissime, visto che qui si trattava di case abitate, prima nei litorali d'Ogliastra (primavera 2012, Orrì, coi proprietari che decisero di fare da sé per evitare di pagare la maggiorazione del servizio offerto dallo Stato, poi Barisardo, Tortolì, Tertenia) e poi in quelli di Gallura (La Maddalena, cinque mesi fa): allora, in entrambi i casi, la firma era quella del procuratore Domenico Fiordalisi. Per lui, poi, sono arrivate le minacce anonime.
Forse anche a Cagliari bisognerà mettere in preventivo una tensione altissima: diffide di sgombero, disperazione dei proprietari, minacce agli operai delle ditte incaricate di demolire, forze dell'ordine in tenuta antisommossa.
L'OSTACOLO E però d'altro canto l'abusivismo è l'ostacolo che ha impedito al Parco di dotarsi di un piano che consenta la pianificazione e la gestione dell'area protetta, e in quindici anni di vita dell'ente, rilevano Gruppo d'intervento giuridico e Amici della Terra, si è fatto «molto poco» per combatterlo. Giovedì scorso sulla vicenda si è tenuto, oltre al vertice fra Comune di Cagliari e Procura, un tavolo tecnico fra Regione, Comuni, Parco e ministero dei Beni e delle attività culturali.
Marco Noce