Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Vincoli ridotti, la protesta ambientalista

Fonte: La Nuova Sardegna
29 gennaio 2009

GIOVEDÌ, 29 GENNAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari

di Roberto Paracchini



Le associazioni ecologiste: «Troppi i siti tolti dall’elenco dei beni paesaggistici»



Tiana: un passo avanti ma non è stata inserita la stazione di posta

CAGLIARI. Gli ambientalisti dicono «sì, però», «nì», «no». Questo in sintesi i commenti al risutato del tavolo tecnico Regione-Comune sui beni monumentali, archeologici e architettonici da considerare «paesaggistici» e, quindi, da tutelare anche con l’inedificabilità entro una fascia di cento metri dal bene. In questi giorni la commissione comunale consiliare all’Urbanistica ha cominciato a discutere la proposta di delibera di Giunta che sancisce l’accordo raggiunto. Dagli ottantuno siti iniziali considerati “paesaggistici” si è passati a ventotto.
«Si tratta indubbiamente di un risultato importante - precisa Vincenzo Tiana, presidente regionale di Legambiente - i vari siti sono stati esaminati in maniera puntuale e va detto che molti di quelli su cui è stata tolta la protezione “paesaggistica” hanno altri strumenti di tutela, come per i manufatti di Sant’Elia dove, tra l’altro, la soprintendenza archeologica sta predisponendo anche un apposito vincolo su tutto il colle».
In particolare la fascia di tutela dei cento metri è stata mantenuta anche per gli immobili dell’archivio di Stato, la basilica di San Saturnino, la casa Pernis, il cascinale della ditta Vinalcol, la chiesa di San Simone, la chiesa di San Pietro Pescatore, il convento dell’Annunziata, la palazzina ex uffici Iacp, il palazzo degli eredi Basso, il palazzo Tirso, la tenuta San Giuseppe o la Fattoria, le ville Binaghi, Carboni, Devoto, Muscas, Piat, Pollini o Doloretta e Satta; la torre della Scaffa, quella di Mezza spiaggia, la Grotta della Vipera, la necropoli di Bonaria, quella di Tuvixeddu e l’insediamento archeologico di via Is Maglias.
Legambiente plaude, ad esempio, per via Is Maglias e per Tuvixeddu, «un fatto - continua Tiana - che dovrebbe interessare, come fascia non edificabile, anche parte dell’area della lottizzazione Coimpresa». Stesso giudizio positivo per la tutela posta all’ex Vinancol, mentre «ci meraviglia che non sia stato inserito nell’elenco dei beni “paesaggistici” l’ex stazione di posta di via dei Valenzani, che rappresenta un elemento storico importante per la città». Inoltre «chiederemo di nuovo che sia applicata l’inedificabilità in via dei Valenzani, visto che la strada si trova a meno di cento metri dalle saline di Molentargius. In quell’area vi sono una serie di villette a due piani che dovrebbero essere trasformate in palazzine da cinque-sei piani. E questo cambierebbe completamente il paesaggio della zona in un’area pregiata».
Stefano Deliperi, responsabile del Gruppo di intervento giuridico, precisa che quanto è avvenuto «era previsto dalla legge regionale dell’agosto 2008 che permetteva la ridefinizione dei siti. Ora è stata fatta la ricognizione e il tavolo tecnico ha individuato questi beni». Ma alcune perplessità restano: «Io, tra vedere e non vedere, qualche inserimento in più l’avrei fatto - precisa Deliperi - ad esempio: tutte le torri della Sella del Diavolo e di Sant’Elia e anche i resti medievali di via Brenta. Mentre è giusto che sia stato tolto il vincolo “paesaggistico” dagli insediamenti di Fullonica in via XX Settembre, in quanto si trovano in un seminterrato. Mentre mi lascia perplesso l’inserimento tra questi beni della Grotta della Vipera: rischia di bloccare qualsiasi iniziativa, anche di ristrutturazione, degli edifici vicini».
Una serie di beni archeologici e monumentali sono stati eliminati dall’elenco dei “paesaggistici” in quanto esistono già delle norme di tutela... «Sì, d’accordo - spiega Luca Pinna, responsabile regionale del Wwf - ma perchè non metterli ugualmente, un elemento di protezione in più non fa certo male». Per Pinna, il tutto va analizzato con attenzione, certamente, «ma l’obiettivo è, semmai, quello di mantenere una tutela superiore, non certo quella di diminuirla. Non si sa mai: abbiamo spesso assistito a deroghe di vario tipo, quindi meglio rafforzare le protezioni». L’indicazione di questi siti e il non inserimento di altri, permetterà però a una serie di cantieri edili (che si trovano entro i cento metri) di poter riprendere i lavori. «Non sono d’accordo - conclude Pinna - la logica della tutela di un bene va allargata a tutta l’area per impedire modifiche del paesaggio. Se si torna indietro si apre la strada a interessi speculativi».