Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'incubo delle ruspe Medau Su Cramu, l'ipotesi demolizioni fa paura

Fonte: L'Unione Sarda
29 settembre 2014

Case abusive in riva allo stagno. Il Parco: «Il problema va affrontato»


La notizia che Procura e Comune di Cagliari hanno iniziato a discutere di un piano di demolizioni degli abusi edilizi nell'area del parco di Molentargius ha prodotto una cappa d'ansia tra le centinaia di famiglie che abitano a Medau Su Cramu. Parliamo di un paese da 1.300 abitanti in cui le amministrazioni comunali di Cagliari e Quartu contano 259 abusi totali o parziali, di cui 39 già oggetto di procedure coattive di demolizione e ripristino ambientale. Un paese che paga tasse e bollette, riceve la posta, è alimentato dalla corrente elettrica e allacciato alla rete telefonica, è servito dagli scuolabus ma le cui case (centinaia, molte delle quali accatastate) non sarebbero mai dovute essere costruite. Molte sono nate come capanni, ma dai «quattro blocchetti» iniziali in alcuni casi si è arrivati a begli edifici di più piani; altre sono umili e con meno pretese.
L'APPELLO «La legge è legge ed è giusto che la magistratura faccia il suo lavoro», mette le mani avanti Edoardo Tocco, consigliere comunale di Forza Italia. Medau Su Cramu fa parte del suo bacino elettorale, e ieri ha ricevuto molte telefonate allarmate: «C'è gente disperata all'idea di trovarsi senza casa, di perdere tutto quello per cui ha fatto anni di sacrifici: dietro gli abusi ci sono famiglie, persone, vite. Molti sono pronti a pagare non solo quanto è necessario per sanare le case ma anche le opere di urbanizzazione. Mi auguro che, in un momento storico come questo, le istituzioni locali si siedano attorno a un tavolo per trovare il modo di risolvere il problema nella maniera più indolore possibile. Serve buon senso».
DATI INCROCIATI Attorno a un tavolo, in verità, le istituzioni ci si sono già sedute: mercoledì scorso i Comuni di Cagliari e Quartu, la Regione, il ministero per i Beni e le attività culturali e il Parco si sono incontrati; si rivedranno giovedì. I tecnici comunali incroceranno i loro database con le pratiche presentate all'ufficio Tutela del paesaggio. L'idea è di capire cosa è stato costruito nell'ultimo mezzo secolo attorno allo stagno diventato Sic (sito di interesse comunitario), cosa è stato sanato, cosa potrebbe esserlo, cosa no. Nel frattempo, però, è stato avviato un percorso parallelo tra Comune e Procura: quest'ultima intende dare esecuzione alle sentenze di demolizione già passate in giudicato.
IL DIRETTORE All'ente parco non ne sapevano nulla: «L'ho appreso dai giornali», spiega il direttore, Alessandro Sanna. «Non so quali siano le intenzioni delle istituzioni coinvolte in prima linea, cioè i Comuni di Cagliari e Quartu. Certo l'abusivismo è un problema che va affrontato, lasciare le cose così non è positivo: il fenomeno per il Parco è stato un freno. Se non sappiamo quali costruzioni siano presenti in aree che, essendo vincolate, dovrebbero essere libere, e se non sappiamo con quante di queste il Parco dovrà convivere, quante potranno essere sanate e quanti lotti dovranno essere liberati, non possiamo scrivere il piano del Parco che è la base per pianificare le attività e la gestione. Però teniamo conto di una cosa: nel calcolo degli abusi ci sono anche quelli parziali, per esempio capanni, cancelli, recinzioni».
LE TENSIONI Le demolizioni decise negli anni scorsi nei litorali ogliastrini e galluresi hanno provocato forti tensioni sociali. Il direttore del Parco si aspetta che, se si abbatteranno case anche attorno a Molentargius, succederà altrettanto: «Vedere le ruspe che buttano giù delle case lascia una sensazione di dispiacere, non so come altro definirla. In questi casi la tensione è inevitabile, va messa nel conto».
Marco Noce