Iniziativa tra agenzia Laore e Comune
Strane sensazioni, al Bastione Santa Croce. Sarà stato quel panorama mozzafiato, dai monti di Capoterra alle luci di Pula riflesse in un mare a specchio, o l'elefante della torre, indifferente alla grande bellezza del golfo. La sede ideale per celebrare il matrimonio fra vino e cultura. L'hanno pensata bene Maria Ibba, manager di Laore, (Agenzia regionale sviluppo agricolo) e il Comune. Volevano una cornice speciale per presentare i tesori delle cantine sarde, l'hanno trovata nell'ex Giudaria, l'antico ghetto degli ebrei, ricco di suggestioni storiche, i residenti cacciati da Ferdinando d'Aragona, la sinagoga trasformata in basilica cristiana. Ma l'altra sera gli echi del pogrom erano lontani. L'unica “fuga” era di i gazebi candidi occupati da consorzi di vignaioli che hanno accolto cittadini e turisti per offrire vini bianchi, freschi e profumati, bouquets di fiori nei bicchieri.
Perché si ha un bel dire Cannonau, il turismo ha cambiato i connotati all'enologia isolana. Dilagare il Vermentino, dalla Gallura al Campidano, si afferma il Torbato di Alghero, si ripescano perle smarrite come il Semidano di Mogoro, perfino il Nuragus (ex pagadeppidu ) assurge a nuova gloria. E si scopre che da Dolianova a Santa Maria La Palma, da Berchidda a Bosa è tutto un esplodere di ottimi brut, anche se in certi bar li spacciano per prosecco.
Stavolta i Bianchi di Sardegna hanno avuto l'onore della messa solenne. Officianti, i sommelier Antonella Casu e Tonino Costa. Degustazione in cieco, anche se era irresistibile la curiosità di scoprire il nome della gemma nascosta nel bicchiere. Allora, in alto i calici a cogliere i riflessi, su col naso a scoprire profumi speziati, tutti concentrati per godere sentori di miele, acacia e biancospino. Operazione delicata, accompagnata da sfogliette di pane carasau, bocconcini di pecorino e caprino. Autentica cerimonia, con sorprese, in una platea variegata (incuriosito anche il sindaco Massimo Zedda), una caccia al tesoro dilagata poi nei gazebi. Una faticaccia esplorare le 70 etichette offerte dai 5 consorzi. Eppure tutto si è svolto in clima soft, non una voce, un gesto fuori posto. Un simposietto, senza esagerare, un sorso e tante domande, voglia di degustare di sapere, di scoprire tutto su certi bianchi meravigliosi e sconosciuti. Perché il fiorire, negli ultimi 20 anni, di una miriade di piccole cantine, il boom dei vini per passione ha aperto nuove praterie ai patiti del bouchet e del riflesso giallo paglierino. Un mondo da esplorare, dietro ogni vino nuovo c'è la storia, di un uomo, di una famiglia. Scelte di vita riflesse nell'economia, ritorni alla terra con vittorie e sconfitte. Fanno parte di un nuovo capitolo della cultura sarda. Da sfogliare in sede adeguata, il Bastione Santa Croce, appunto.
Lucio Salis