Rassegna Stampa

web Cagliari Globalist

Lettera ai sindaci sardi: non vogliamo un bonus ma vogliamo fare impresa

Fonte: web Cagliari Globalist
26 settembre 2014


La storia di chi vuole restare in Sardegna ma trova immense difficoltà nel fare impresa.
 


Di Veronica Matta

Cari Comuni,

fatemi perdere anche questi 25 mila euro, e in tre anni, in totale, ne avrò perso 100 mila, tra un finanziamento europeo a fondo perduto di 50 mila euro e due finanziamenti SFIRS di 25 mila ciascuno! Mi servirebbe un giornalista. Potrei iniziare in questo modo a parlare dell'odissea che ho vissuto in questi ultimi tre anni, dopo aver avuto la "fortuna" di vincere un finanziamento europeo e uno regionale per realizzare un'idea imprenditoriale. Mi servirebbe un giornalista, esperto in politica regionale.

Sarà che, quando hai vinto il finanziamento, pensi di aver risolto tutto. Se te l'hanno concesso, il tuo progetto era serio, convincente, no? Ma, tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare, e quanto a mare, in Sardegna siamo ben provvisti. Se tutto va bene, arriva il bando per la manifestazione d'interesse, fai sopralluoghi per mesi con tecnici e assessori, però, in quello splendido comune, ridente e prosperoso, che ci fosse almeno un'area appena appena idonea all'attività del tuo progetto? Neanche una piccola area dismessa che non serve a nessuno. Possibile?

Se va meno bene, il bando non arriva. Capisco che il problema è mio, che i comuni sono impegnatissimi a fare mille cose. Ma una delibera, fra le tante, potrebbero pure infilarcela, no? Succede perfino che il bando arrivi ma i tempi non coincidono, e lì non sai se rivolgerti alla SFIRS che ti ha assegnato il finanziamento, o a un astrologo. Gentilissimo Dottor Gabor Pinna, lei ch'è il Direttore della SFIRS, le sa, lei, tutte queste cose? Forse i comuni, o gli astri, congiurano contro di lei, che si affanna a concedere finanziamenti, i quali però restano lettera morta. Dove sta l'inghippo? Perché tanti tentativi di creare impresa, tentativi non campati in aria, visto che godono di un finanziamento regionale, abortiscono per l'inerzia e l'indifferenza delle amministrazioni locali? Alle volte, ci sarebbe da pensare male. Ma io non voglio pensare male. Vorrei solo che la gente sapesse e valutasse. Prima di tutto, i giovani e meno giovani che s'impegnano, progettano, hanno idee e voglia di fare. Sarebbe bello, che un giornalista raccontasse certe cose. Un giornalista di quelli che fanno inchieste, che scoprono gli altarini. Alla Milena Gabanelli o giù di lì. C'è un giornalista, da queste parti?

Faccio prima ve la racconto io.

L'idea di base del progetto non era di realizzare un grattacielo in mezzo alla spiaggia del Poetto o sulla laguna di Santa Gilla; niente affatto, l'idea da realizzare era una semplice area cani attrezzata e dotata di un piccolo servizio ristoro che avrebbe potuto creare un paio di posti di lavoro non risolvere il problema della disoccupazione di un intero Comune. Un'idea ben studiata, non tanto inflazionata e per la quale c'era e c'è mercato. Cagliari, fece una manifestazione di interesse per un'area piccola e poco appetibile (mi sarei dovuta accontentare) ma allora non ero pronta per poter parteciparvi perché si attendevano i tempi della sfirs e del microcredito che sarebbe servito a coprire il 10% dell'intero finanziamento richiesto (ma vaglielo a spiegare); in ritardo arrivò pure quello, ma fu troppo tardi. I 50 mila euro a fondo perduto sfumarono davanti ai nostri occhi, nonostante la mia determinazione. Dopo Cagliari, contattai più di sette amministrazioni, ebbero tutte le stesse difficoltà. L'assenza di volontà politica in primis e di lungaggine burocratica furono decisive per tutte. In certi paesi, alcuni assessori non conoscevamo nemmeno la normativa per l'affidamento legale di un'area. Le motivazioni furono diverse: dal "non abbiamo ancora un PUL" al "ora abbiamo il PUL ma non possiamo dare altre concessioni". E ancora: "ma puoi assumere la gente del posto? Si? Quante?". "Puoi curarci il verde in cambio". E alla fine: "è complicato, serve tempo".

"Serve tempo?". Ricapitoliamo.

Tutto iniziò nell'agosto del 2010 e siamo alla fine dell'anno 2014; contattai dapprima la Provincia di Cagliari perché pensai che il parco di Monte Claro potesse essere il luogo più adatto per offrire quel tipo di servizio. Ma poiché il progetto prevedeva anche un piccolo servizio di ristoro, il progetto non poté essere realizzato. Contattai pure l'autorità portuale, quando ancora non venne realizzata la passeggiata a su Siccu, ma nulla fece. Passai allora al Comune di Cagliari unico comune che fece una manifestazione di interesse per venire incontro all'iniziativa. Purtroppo, i tempi della sfirs e quelli della Regione non combaciarono e le garanzie che chiedevano non potevano essere allora rispettate; dovemmo rinunciare alla possibilità di partecipare ad una manifestazione di interesse. Forse creai qualche malumore. Contemporaneamente, le lungaggini della Regione e della Sfirs lo consentivano, ci si mosse verso altre amministrazioni, anche perché l'idea era di fare IMPRESA con capacità di produrre reddito per almeno 3 anni o addirittura 6, quindi si doveva valutare l'area migliore in cui poter investire con buon senso. Oh no? Andai all'interno e poi di nuovo nei Comuni costieri ma ben presto si capì che in quei luoghi vigeva il vecchio motto tanto caro al Comune in cui risiedo: "mellu no fai nudda". La stessa paralisi la incontrai presso tutti i Comuni contattati (da Quartu Sant'Elena, a Sinnai, a Capoterra, Cagliari, Elmas, Assemini, Quartu, Capoterra, Pula, Maracalagonis, Castiadas, Sinnai, Domus de Maria, Muravera, Villasimius), mi sentivo una specie di "antropologa" degli amministratori: mi sforzavo di studiare le facce e la formazione del loro cranio (erano uguali) e mi domandavo cosa avessero dentro quel cervello oltre la politica e la paura di poter perdere dei voti alle prossime amministrative. Tra questi è da menzionare il Comune di Maracalagonis che raggiunse il massimo dell'inaffidabilità. Feci in tempo a conoscere due amministrazioni di aree differenti. Entrambe, dopo avermi fatto perdere tempo con sopralluoghi e incontri surreali, tra aree verdi e parchi e anfiteatri abbandonati (che sono rimasti tali) fece marcia indietro poco prima la firma del contratto con la Regione, facendomi impallidire e arrendere. Dichiarai, dopo un numero considerevole di proroghe concesse dalla Regione, la rinuncia per quei 50 mila euro a fondo perduto. Poco dopo, circa a due mesi di distanza, arrivarono finalmente, ma un po' in ritardo, le comunicazioni da parte della Sfirs in cui si ammetteva l'ammissibilità del co-finanziamento. La mia impotenza fu totale. Oggi 24-09-2014 arriva il sollecito della Sfirs per un successivo e altro progetto presentato e reso ammissibile nel giugno del 2014: 25 mila euro. Scadenza Novembre 2014. Sono trascorsi altri 4 mesi di vuoto cosmico politico e amministrativo. Mi sa tanto che il problema non sono né tempo né i soldi. L'assurdità della nostra isola e di chi ci amministra risiede nell'incapacità di realizzare e porre in essere progetti che sia l'Assessorato al lavoro sia le politiche del lavoro per la Sardegna valutano come ammissibili. Cari Comuni, cari politici fate fare Impresa con i fondi che sono nati per i sardi perché possano rimanere in Sardegna.