Alla prima parete venuta giù, gli si è stretto il cuore. Già alla seconda, il direttore sportivo del Windsurfing Club, Daniele Ciabatti, ha cambiato umore.
Non si sarà mica rallegrato?
«Certo che no, insieme a quelle mura è stato comunque spazzato un pezzo di storia. Ma ho ricordato che tra gli obiettivi del nostro circolo c'è il rispetto dell'ambiente. Questi interventi sono finalizzati a salvaguardarlo, per cui in fondo non possiamo che condividerli».
Quando riprenderà l'attività sportiva?
«Lunedì, i nostri equipaggi di tavole a vela e catamarani potranno riprendere il mare, per i rispettivi allenamenti e regate»
Quali sono le vostre priorità adesso?
«Senz'altro garantire l'attività ai nostri 450 soci ordinari, cui si aggiungono almeno 150 ragazzi e altri 500 frequentatori abituali: siamo il circolo più affollato della Sardegna, vorremo continuare a offrire ospitalità a chi ha sempre creduto in noi».
E la Nazionale?
«Accoglieremo comunque gli equipaggi di Nacra e 49er, per la parte teorica chiederemo ospitalità ai circoli vicini. Lo stesso faremo per la preparazione dei nostri agonisti, che da anni ci regalano successi internazionali e, adesso, la possibilità di portare la vela sarda alle prossime Olimpiadi»
Come sarà il Windsurfing Club del futuro?
«Non servono grandi spazi, ma poche strutture d'appoggio ben organizzate che completino lo sbocco sulla spiaggia, il nostro asso nella manica».
Clara Mulas