Sant'Elia. La battaglia per il nuovo stadio: Manca di Villahermosa contro Floris: «Offende il mio lavoro»
Ma è battaglia sulla cessione dell'area: non c'è accordo, non è chiaro chi pagherà e quanto
Marco Mostallino marco.mostallino@epolis.sm ¦
«Il mio Stadio è bellissimo, funzionale ed economico e mi sento di dire al Sindaco di Cagliari di non lasciarselo sfuggire, perché sarebbe il primo stadio in Europa con queste caratteristiche ». Nello scontro a distanza tra il sindaco e Massimo Cellino, interviene ora il progettista che, per conto del presidente del Cagliari, ha disegnato quello che potrebbe essere il nuovo Sant'Elia. Jaime Manca di Villahermosa scrive, in una lettera, la sua versione dei fatti dopo che Cellino aveva accusato Emilio Floris di «non essere un tifoso», di bloccare la crescita di squadra e società negando il via libera all'impianto, e augurandosi infine che il primo cittadino «vada via presto». Floris, dal canto suo, aveva replicato invitando Cellino a presentare «nell'interesse di tutti atti assolutamente trasparenti », per evitare «ricorsi che bloccherebbero i lavori».
L'ARCHITETTO Manca di Villahermosa, sardo residente a Roma, sostiene che «non è la prima volta che il sindaco minimizza e offende il lavoro progettuale e di analisi urbanistica sviluppato dal mio studio per il nuovo stadio del Cagliari Calcio. Già in precedenza - sostiene il professionista - aveva definito il progetto che ormai tutti conoscono anche per la grande visibilità data alle immagini 3D sulla stampa, come una bozza sulla quale non si poteva dare un giudizio definitivo». Ma soprattutto, il progettista di Cellino ribatte a Floris il quale ha sostenuto che nulla di formale, definitivo, è stato presentato dal Cagliari calcio: «A questo proposito devo chiarire che il progetto, presentato ufficialmente al Consiglio Comunale, è stato redatto a regola d’arte e illustrato con supporti grafici visivi e plastici che vanno ben oltre la redazione di un semplice progetto preliminare », afferma Manca di Villahermosa. Quindi, come è naturale, il papà spende buone parole per descrivere la propria creatura: lo stadio «rappresenta lo stato dell’arte della progettazione impiantistica sportiva, sia in termini di innovazione architettonica, che per i criteri di razionalità di flussi, di sicurezza e di economia costruttiva, motivi per il quale è stato molto apprezzato dal commissario straordinario della Federcalcio dott. Luca Pancalli e da altri esperti del settore». In più, dice il progettista di Cellino, «nonostante l’incarico del Cagliari Calcio fosse un incarico privato, nel progetto sono state rispettate tutte le prescrizioni del DL 163/2006 (codice dei contratti pubblici), è stata fatta una analisi di tutti gli aspetti strutturali e costruttivi affidata alla Proges Engineering, società di ingegneria già nota per aver studiato - sottolinea l'architetto - le strutture del palazzo dei congressi di Roma (la famosa “nuvola” di Fuksas), è stato di fatto predisposta la base per definire l’esecutivo, per il quale siamo pronti una volta che verrà stabilita l’area». Ma qui sta il punto chiave: l'area dove costruire lo stadio e le condizioni della cessione. Finora, tra Comune e Cagliari calcio non esiste nessun tipo di accordo sul destino del vecchio stadio, sui parcheggi circostanti, insomma su quel preziosissimo pezzo di città attorno al quale circolano tante idee. Insomma, la bellezza o meno dello stadio sarà un passo ulteriore: per ora c'è da capire chi paga, quanto e per che cosa. E non è poco.