CONSIGLIO. Il Pdl avanza dubbi di legittimità sul «pasticcio delle tariffe»
Guerra doveva essere, su rifiuti e tasse, e guerra è stata. Seduta animata, quella del Consiglio comunale di ieri sera. L'opposizione ha duramente attaccato la richiesta della Giunta di riadottare il bilancio di previsione, nel quale sono contabilizzate tariffe Tari più alte di quelle attuali perché si prevedeva che il primo luglio sarebbe entrato in funzione del futuro (e più costoso) servizio di raccolta dei rifiuti.
Il sindaco Massimo Zedda ha presentato il provvedimento mostrando la parte mezzo piena del bicchiere: «Tra Tasi e Tari i cittadini pagheranno sei milioni e mezzo di euro in meno». Per chi ha già pagato, i rimborsi «varranno sulle rate da gennaio 2015».
«Pasticciaccio brutto e annunciato», ha attaccato Giuseppe Farris, capogruppo Pdl, che ha stigmatizzato la «superficialità» di una Giunta che «vessa fiscalmente» i cittadini e «compie errori grossolani». Farris ha citato una recente sentenza della Corte dei conti che sembrerebbe giustificare dubbi sulla legittimità di una riapprovazione con ritocco alle tariffe. Meglio sospendere il voto: «C'è tempo fino al 30 settembre; il sindaco vada alla Corte dei conti, che ha anche funzione consultiva, per domandare se si può fare ciò che intende fare».
La maggioranza si è arroccata. Per Gaetano Marongiu (Pd) i dubbi di illegittimità sono «inconsistenti» e chi li avanza è «un menagramo». Francesco Ballero (Pd) ha detto che la modifica è dovuta a «fatti sopravvenuti». Sergio Mascia (Sel): «Nel bilancio di previsione non ci si poteva che attenere alle previsioni. L'appalto doveva partire in luglio: nessuno aveva poteri divinatori». Fabrizio Marcello (Pd) ha ricostruito la storia di una tassa che ha avuto tante forme: dalla Tarsu alla Tares alla Tari, che a differenza della prima è completamente a carico dei cittadini. «E grazie al Governo Monti - ha ricordato - le banche pagano meno. Questo sindaco invece ha ridotto le tariffe ad attività produttive e famiglie numerose». Claudio Cugusi (misto) ha invitato al voto: «La città non capirebbe un rinvio».
Che il clima sarebbe stato conflittuale lo si era intuito dall'avvio della seduta. Esaurite le interrogazioni, la discussione sul primo punto all'ordine del giorno (richiesta di una ratifica alla deliberazione di una variazione del bilancio di previsione) si era prolungata per circa un'ora. Il Pdl aveva accusato duramente il presidente del Consiglio Ninni Depau: l'imputazione, aver avallato una vera e propria usurpazione, da parte della Giunta, di prerogative proprie dell'assemblea. In difesa di Depau tutta la maggioranza e anche alcuni consiglieri del Gruppo misto.
Marco Noce