Teatro. “Il diritto e il suo rovescio” è la nuova produzione dello Stabile di Sardegna
Un viaggio dalla “Carta de Logu” a Satta e Marcello Fois
Più che un viaggio una spedizione, un'impresa volta a esplorare l'infinito mondo che gira intorno ai temi della giustizia e del diritto. Questa volta però da un punto di vista diverso: dall'alto di un palco e non attraverso le arringhe di uomini di legge o blasonati accademici, sarà un modo per conoscere la storia di una terra, la Sardegna, e dei suoi scrittori, poeti e teatranti che nel tempo hanno trovato ispirazione da codici scritti e non scritti, dalle cronache o da storie di ordinari soprusi.
La nuova scommessa del Teatro Stabile della Sardegna si chiama Il diritto e il suo rovescio , parte il 5 febbraio e fino ad aprile al Teatro Club di Cagliari (con Maria Grazia Bodio, Lia Careddu, Corrado Giannetti, Paolo Meloni, Isella Orchis, Cesare Saliu e Maria Grazia Sughi) proverà a chiudere il cerchio di «un cammino intrapreso più volte e più volte interrotto ma che oggi finalmente arriva a conclusione».
Antonio Cabiddu, presidente dello Stabile aggiunge che «la drammaturgia scritta da Anna Zapparoli e Guido De Monticelli (che cura anche la regia) è nata con il forte supporto della letteratura sarda: da Pigliaru, che ci ha svelato i misteri del codice barbaricino, a Satta, che ha reso intrigante il tema della giustizia nell'Isola, dalla Carta de Logu di Eleonora d'Arborea ai banditi di Enrico Costa e al più moderno Marcello Fois con il quale abbiamo iniziato una collaborazione che porterà, il prossimo autunno, alla messa in scena del suo romanzo Sangue dal cielo ». Ma un tocco di esotismo arriva da Giuseppe Capograssi, giurista e filosofo che iniziò la carriera accademica all'Università di Sassari, e Bertolt Brecht.
IL PROGETTO Tre le serate che verranno replicate ciclicamente anche a marzo e aprile: la prima prevede sei date a febbraio a partire da giovedì 5. Si comincia con La giustizia perduta , per poi proseguire dal 19 al 21 con Alla ricerca del giudice giusto e concludere dall'11 al 13 marzo con La giustizia ritrovata .
«Al termine, avremo sviluppato tutto il progetto che potrà diventare uno spettacolo globale - avverte De Monticelli - ma per adesso resta un piano di lavoro particolare proprio perché si snoda in puntate-serate introducendo un nuovo rapporto con il pubblico. Lo scopo è quello di coinvolgere lo spettatore con il teatro, la musica, i racconti e le riflessioni. Ma ogni spettacolo ha una sua linfa e quando calerà il sipario ogni storia, ogni dibattito potrà dirsi concluso. Spetterà alla platea decidere se portare avanti il discorso insieme a noi».
I TEMI Si parlerà dell'eterno conflitto tra giustizia e diritto (il riferimento è alle parole di Salvatore Satta), ma anche di tutte quelle forme di prevaricazione che si nascondono sotto il vessillo della rettitudine, dei tanti modi di rovesciare i codici e i principi, della vivacità del popolo oppresso che escogita l'impossibile contro la legge del prepotente di turno.
«In questo cammino - aggiunge il regista - ci farà da supporto una forte tradizione che ha fatto di grandi giuristi degli ottimi autori e poeti, che ha permesso a Sergio Atzeni di dedicare un indimenticabile ruolo al suo giudice bandito. E poi il ricchissimo contributo dei Condaghe altomedioevali con liti, cause e querele relative alla proprietà di animali e servi, la Carta de Logu e la sua antica lingua apriranno la strada a un capolavoro della drammaturgia europea, Il cerchio di gesso del Caucaso di Brecht. Ad accompagnarci nel cuore del processo sarà proprio il giudice brechtiano Azdak: troveremo una schiera di togati straccioni e spesso ubriaconi, mistificatori del diritto, dispensatori di sentenze scandalose, che si diletta a falsare le bilance, a rovesciare le procedure, a beneficio dei derelitti. Figure figlie della fantasia popolare, a risarcimento dei torti subiti dalla legge dei potenti, nelle quali si scorge il filo antico e robusto di una saggezza salomonica».
GRAZIA PILI
28/01/2009