Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Accordo sui beni paesaggistici

Fonte: La Nuova Sardegna
28 gennaio 2009

MERCOLEDÌ, 28 GENNAIO 2009

Pagina 1 - Cagliari



Il divieto di costruire entro la fascia di cento metri valido per 28 siti Intesa tra Comune e Regione sui luoghi monumentali di pregio




ROBERTO PARACCHINI

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CAGLIARI. Accordo raggiunto: sono ventotto i siti monumentali da considerare bene “paesaggistico”, quella che genera la fascia di cento metri entro cui non è possibile costruire (se non con deroga). Altri siti sono già stati vincolati da precedenti interventi di tutela. Dopo oltre un anno di dispute, Regione e Comune hanno raggiunto un’intesa, come previsto dalle norme specifiche che prevedono la possibilità di contro proposte. Ora degli originari ottantuno siti “paesaggistici”, cinquantadue sono stati depennati e per uno (villa Usai) si è preso atto che è stata demolito. Dopo questa decisione, saranno sbloccati molti cantieri edili.
L’accordo tra Regione e Comune, raggiunto attaverso un tavolo tecnico, permetterà di sbloccare una serie di cantieri edili, che si trovano nelle vicinanze dei monumenti ora non più considerati “paesaggistici”. In via Caboni, ad esempio, la presenza di una garitta militare della seconda guerra mondiale aveva fatto sì che la magistratura intervenisse per dare lo stop ai lavori dell’impresa «Puddu». Poi gli uffici comunali avevano bloccato le costruzioni in via Ravenna e via Falconi (tutte strade vicine al colle di Bonaria e a relative garitte). In un’altra parte della città, in via Gallinara, un altro intervento della magistratura e il blocco (poi sdoganato dal Tar) era stato determinato dalla vicinanza delle saline. Mentre lo stop alla lottizzazione «Magnolia» era nato dalla presenza dello stagno di Molentargius. Ma da ogni parte ci si muova, a Cagliari vi sono beni che, secondo la prima formulazione del Ppr, avrebbero impedito qualsiasi lavoro entro una fascia di cento metri.
Il piano paesaggistico, infatti, non solo individuava beni paesaggistici e identitari specifici, ma estendeva questa tutela a beni “tipo” (manufatti militari storici, chiese, archeologia industriale ecc.). Da qui l’azione della magistratura che, attenendosi alla lettera del Ppr, aveva bloccato i cantieri. La Regione, da parte sua aveva tentato di correre ai ripari con alcune «circolari esplicative». Ma il Dpr è una legge che può essere modificata solo da un’altra legge, avevano risposto dal palazzo di giustizia. E così in città una settantina di cantieri erano stati bloccati. E anche se pochi dalla magistratura, questi interventi avevano funzionato come deterrente spingendo l’amministrazione comunale a fermare quasi tutte le autorizzazioni edilizie. «Ora sarà possibile sbloccare una serie di cantieri - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc, presidente della commissione consiliare comunale all’Urbanistica - ma la quantificazione deve ancora essere fatta».
Ieri è arrivata in commissione la proposta di delibera della Giunta frutto degli accordi del “tavolo tecnico” accennato e che segue le indicazioni dell’ordine del giorno del consiglio comunale del luglio del 2007 in cui si dava mandato alla Giunta di dialogare con la Regione per precisare la materia dei beni paesaggistici. Dopo la discussione in commissione, il documento passerà in consiglio comunale per l’approvazione definitiva. E sarà interessante capire se arriverà prima o dopo le elezioni. In periodo di campagna elettorale, infatti, tutto viene usato pro o contro. In questo caso si potrebbe dire che il ppr ha funzionato. Ma nello stesso tempo, dire anche che l’iter è stato lungo e ferraginoso. «Finalmente il Comune si è deciso: molti enti locali sardi, sia di destra che di sinistra, lo hanno fatto da tempo - precisa Andrea Scano, Pd, componente della commissione all’Urbanistica - Cagliari si è mossa molto in ritardo e per diverso tempo ha tenuto un atteggiamento ostruzionistico. Va poi detto che i 100 metri sono una norma di tutela transitoria, da valutare caso per caso».