L'impianto di Pirri chiuso per lavori aprirà con un mese di ritardo a ottobre
Irene ha cinque ernie discali. Nuota quattro volte a settimana, a Terramaini, per restare in salute. Pochi giorni fa, arrivata alla piscina di Pirri per rinnovare l'iscrizione, ha trovato il cancello sbarrato. Al di là della recinzione, operai al lavoro. Alla sua richiesta di informazioni, una doccia fredda: si aprirà a fine ottobre, non prima. «Sono rimasta di sasso», commenta la giovane madre. «I lavori avrebbero dovuto concludersi entro questo mese». L'impianto, chiuso il 1° luglio, avrebbe dovuto riaprire dopo 90 giorni. Quindi, il 1° ottobre. «Invece, oltre a perdere tutto il mese di luglio, ora riprenderò a nuotare chissà quando, con gravi danni per la mia schiena».
PISCINE SBARRATE Con leggere varianti, la storia di Irene è la stessa di centinaia di persone che ogni giorno nuotano per passione, medaglie o necessità. A Terramaini, ma anche in via dello Sport. Pure questa piscina, sempre comunale, è stata chiusa per lavori il 15 giugno. Lunedì scorso, quindi novanta giorni dopo la chiusura, vasche e spogliatoi sono rimasti deserti. Nessun viavai di costumi e calottine, ma nemmeno di fischietti e cronometri degli istruttori, appartenenti alla trentina di società che gestisce spazi e corsie dei due impianti. Per queste il danno rischia di essere più pesante, di un allenamento mancato. «Di questo passo, rischio di dover mandare tutti a casa», è il commento amaro di Cesare Goffi, presidente del Gruppo in Forma, oltre cinquecento tesserati, sessanta agonisti, cento amatori e quindici collaboratori tra allenatori e amministrativi. «Abbiamo già patito la chiusura anticipata, che ci ha costretto a terminare la stagione pagando l'ospitalità in altre piscine, una spesa imprevista ma necessaria per tener fede agli impegni presi con dilettanti e agonisti». Ora questo nuovo posticipo, che tronca iscrizioni, programmazione. In una parola, il futuro di questa e delle altre società di gestione. «Senza le quote, non possiamo saldare i costi delle strutture», continua Goffi, «da morosi, non abbiamo diritto a ricevere i contributi da quella stessa amministrazione che tiene gli impianti chiusi, togliendoci l'ossigeno: è un cane che si morde la coda».
IL COMUNE Dall'altra parte della barricata, arrivano rassicurazioni. «Abbiamo sollecitato le imprese perché aumentino la forza lavoro», assicurano dagli assessorati comunali coinvolti in prima linea, Sport e i Lavori Pubblici. «Contiamo così di accelerare la conclusione dei lavori e la riapertura al pubblico di entrambi gli impianti, quello di Terramaini ha richiesto un intervento inatteso a causa della presenza di termiti». Per ora, sole permettendo, resta l'alternativa Poetto.
Clara Mulas