La Provincia: «Soltanto la raccolta porta a porta dei rifiuti limiterà il numero dei ratti» La
In città troppi edifici abbandonati e cibo sparso nelle strade
A domanda semplice, risposta semplice: perché la città è invasa dai ratti? Perché c'è da mangiare per tanti ratti. Spesso i fenomeni più complessi sono governati da logiche elementari, e la spiegazione sul numero di topi superiore al livello di guardia - particolarmente nel centro storico - non sfugge alla regola. Le segnalazioni a Comune, Asl e Provincia, oltre che le proteste che giungono a L'Unione Sarda, descrivono una situazione di emergenza alla quale non è stata data una risposta adeguata. Però è in arrivo: si chiama raccolta differenziata con il sistema “porta a porta”, in tutto il mondo ha dato una grossa mano a contenere l'invasione di ratti.
INVINCIBILI Nome scientifico rattus norvegicus (è talmente norvegese che viene dall'Asia), nome in codice pantegana , nome in cagliaritano inconciliabile con il bon ton giornalistico, il roditore di peso e lunghezza medi di 350 grammi e 40 centimetri (circa metà di questi ultimi sono della coda) vive circa due anni ma si riproduce di continuo, se il cibo basta. Se a suo tempo George W. Bush avesse approfondito le proprie conoscenze su questi roditori, forse lo scacchiere internazionale sarebbe diverso. Già, perché ci sono guerre che non possono essere vinte «e quella contro i ratti delle chiaviche (altra denominazione del norvegicus) è una di quelle», spiega Alessandro Sanna: è il dirigente dell'area Ambiente della Provincia e del Centro provinciale anti insetti, che si occupa in via esclusiva delle disinfestazioni in edifici e spazi pubblici. «Le popolazioni di topi non possono essere eliminate dal contesto urbano», spiega, «in caso contrario, ci sarebbe una tecnica utilizzata in tutto il mondo. L'unico risultato che si può ottenere è una presenza non molesta, cioè non vederli, e questo accade quando il numero è stato ridotto con un'opera di contenimento». Se i cittadini vedono i topi, insomma, significa che sono molti e che la ricerca di cibo richiede un maggiore allontanamento dalle tane.
LE TANE Le fogne delle acque nere sono difficili da colonizzare, per i ratti: i chiusini non hanno grate, per legge gli scarichi dei palazzi devono avere i sifoni. Più facile penetrare nel sistema di scarico delle acque piovane, ma è solo un rifugio, non una tana con il suo sistema di gallerie. «La costruiscono dove non c'è presenza umana, soprattutto negli edifici abbandonati, di cui il centro storico è ricco», aggiunge Sanna, «e se nella zona trovano cibo perché i maleducati lo buttano per terra, o qualcuno lo lascia per i gatti finendo nutrendo così i topi, automaticamente si riproducono di più. Oltretutto, per i ratti il cibo vero è molto più attraente rispetto agli odori delle esche topicide».
L'IGIENE COME ARMA Panino batte esca, insomma. Ecco perché è importante l'igiene, oltre che tenere i rifiuti organici chiusi in bidoni inaccessibili. Dunque, ecco perché «la raccolta dei rifiuti porta a porta darà una grossa mano a contenere il numero dei ratti», conclude il responsabile del Centro provinciale anti insetti, «e le esche topicide che sistemiamo in giro saranno più efficaci». Certo, se poi il pezzo di panino che non si ha voglia di mangiare non lo si butta per strada, un grande contributo alla lotta contro i ratti lo si dà.
Luigi Almiento