Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Addio a Ghigo Solinas, Comune in lutto

Fonte: L'Unione Sarda
12 maggio 2008

Addio a Ghigo Solinas, Comune in lutto
È morto ieri a 62 anni il presidente dell'Assemblea civica
Solinas è morto ieri pomeriggio, sconfitto da un male difficile da curare, che aveva scoperto un anno fa.
Di una cosa si vantava: «Non ho mai fatto un'assenza in Consiglio comunale in 14 anni». Ghigo Solinas teneva molto al suo primato da stakanovista della politica: 1013 presenze consecutive in quattro consiliature. Due da presidente «spesso di parte, mai sleale», secondo una definizione che aveva imparato ad accettare. Chissà se qualcuno batterà quel record ora che Solinas se ne è andato, vinto, nel primo pomeriggio di ieri, da un male difficile da curare, che gli avevano diagnosticato a luglio dell'anno scorso e che lo aveva piegato solo negli ultimi giorni.
Gianguido Solinas aveva 62 anni, una moglie, due figli e molti amici. Anche tra gli avversari politici. «In aula ce le davamo di santa ragione, ma alla fine della seduta eravamo amici come prima», racconta Marco Espa, per due consiliature leader dell'opposizione, che con lui condivideva «percorsi di vita familiari».
Assicuratore, imprenditore nel commercio (fu per anni gestore del bar Mediterraneo), editore (fu tra i fondatori di Odeon tv), Solinas è stato tra i pionieri di Forza Italia, nel '94, assieme a un gruppo di amici che, contrariamente a lui, che ha sempre voluto occuparsi solo della sua città, sono arrivati a Palazzo Madama e Montecitorio. Con Forza Italia era stato eletto nel '94, riconfermato nel '98, nel 2001 e nel 2006. Amico di Massimo Cellino, fu per un breve periodo direttore generale del Cagliari calcio, altra sua passione, oltre alla politica.
Passionale, energico, generoso, sempre di parte, schietto, dietro un atteggiamento spesso burbero nascondeva una rara sensibilità e un senso dell'amicizia non comune. Carattere fumantino, spesso anche nella sua attività consiliare interpretava le regole a modo suo. Memorabili, nella penultima consiliatura, gli scontri con Gianni Loy, docente universitario e cane sciolto dell'opposizione. «Lei adesso non parla!», urlava Solinas. «E chi lo dice?», obiettava l'altro. «Io», tagliava corto il presidente. Poi sapeva farsi perdonare. «Di lui mi hanno sempre colpito la sensibilità, la lealtà politica, anche con gli avversari, e la generosità. Un personaggio importante, di cui sentiremo la mancanza», commenta, triste, Goffredo Depau, attuale capogruppo dell'Ulivo in Consiglio.
Tutti sapevano del suo male. E forse anche per questo, oltreché per la lunga e fedele militanza politica, nel novembre scorso lo avevano eletto all'unanimità coordinatore provinciale di Forza Italia. «Sono stato quasi obbligato ad accettare questo ruolo in un'importante fase di transizione del partito», aveva commentato, dandosi una prospettiva politica e di vita.
Non ha mai cambiato atteggiamento, Ghigo Solinas, e non ha mai perso nemmeno per un attimo quel pizzico di arroganza tutta casteddaia che lo caratterizzava. E non aveva mai smesso di fumare.
Alla fine dell'anno scorso aveva deciso di fare l'ennesimo favore all'amico Emilio, lanciando - unico tra gli azzurri - la sua candidatura alla presidenza della Regione. «È un uomo trasparente che ha sempre tenuto lontani i suoi interessi e che conosce la Sardegna come pochi. Un uomo di dialogo che ha saputo dare fiducia a un presidente che ha fatto irruzione a casa sua». Chissà se l'ha fatto con tanto anticipo perché sapeva che forse non gli sarebbe rimasto il tempo per farlo al momento giusto. «Era un amico affidabile. Quando avevo qualche problema si metteva dalla mia parte. Si schierava con me senza nemmeno porsi il problema se fosse giusto o no», racconta il sindaco. «Anche se c'era da andare contro Berlusconi non si preoccupava».
Il senso dell'amicizia aveva attirato su di lui qualche maldicenza. A chi lo definiva intrallazzeri rispondeva senza vergogna: «Se un amico ha un problema con gli uffici comunali mi preoccupo di capire che cosa è successo. E mi arrabbio».
Con Cellino, amico fraterno, i rapporti si erano deteriorati negli ultimi anni. Il presidente del Cagliari accusava il Comune di aver boicottato il progetto del nuovo stadio e l'amico Ghigo di non aver fatto abbastanza. «Non ci sentiamo più», aveva ammesso lui, senza rammaricarsi perché, diceva, «il problema è sempre stato Massimo, che non ha presentato un progetto. Ora che c'è», aveva detto qualche mese fa, «garantisco che ce ne occuperemo». Ieri era pronto a vedere la partita del Cagliari in tv. Non ce l'ha fatta. «Sono certo che da lassù ha apprezzato la vittoria», commenta Floris. «Un uomo simpaticissimo che ricordo con grande affetto e tristezza», lo definisce, col tono funereo, Ignazio Artizzu. «Una bella figura di cagliaritano doc».
Oggi, a partire dalle 15,30, nella sala consiliare del Municipio sarà allestita la camera ardente. Domani alle 16,30, a Santa Caterina, i funerali.
FABIO MANCA