Emesse 70mila fatture per cunsumi totali di 2,5 milioni di metri cubi
Nuovi rilevamenti: addio acconti, si paga a saldo
Acqua, è tempo di conti. In questi giorni nelle cassette postali dei cagliaritani stanno arrivando le bollette Abbanoa. Poco meno di settantamila, relative a un consumo complessivo di oltre due milioni e mezzo di metri cubi. E gli importi sono calcolati in base ai consumi effettivi, quelli riportati dai contatori, rilevati tramite fotografia. Una novità, questa: gli operatori, da qualche tempo, sono dotati di un palmare che carica i dati della lettura e fotografa il contatore, per una procedura che Abbanoa definisce «a prova di errore» e consente di fornire prove in caso di contestazioni da parte degli utenti. Ma, ciò che più conta, la nuova tecnologia (associata all'istituzione di un reparto che si occupa solo di letture, con la fine dell'appalto a esterni per questo servizio) permette alla società di fatturare sempre e solo in base ai consumi effettivi: niente più bollette di acconto calcolate su consumi presunti, con cifre che spesso si sono rivelate sballate.
Sarà una stangata? L'ente gestore giura di no: l'importo medio delle quasi settantamila bollette cagliaritane, si legge in un comunicato diffuso ieri, sarà di 99,54 euro. Non solo: per le utenze domestiche (ovvero le prime case, che rappresentano il 65,9 per cento del totale) il costo medio è di 74,05 euro. Certo, dietro le cifre medie si nascondono minimi e massimi: a pagare gli importi più bassi saranno 1.002 utenze intestate a famiglie a basso reddito, che usufruiscono della tariffa “no tax”, mentre altre 168 pagheranno con la tariffa per famiglie con più di cinque componenti. Sull'altro lato, ecco i grandi importi: pochissimi pagheranno più di 1.000 euro (numeri «marginali», secondo il gestore: si parla dello 0,55 per cento delle utenze, 624 in tutto, di cui 67 riceveranno conti per oltre 5 mila euro), mentre poco meno del 90 per cento degli utenti (62.148) ne sborserà meno di 150. Circa 3mila le fatture negative, quasi 3.400 quelle con consumo zero.
Importi che fotografano, si diceva, i consumi. Il 76,08 per cento delle utenze (quasi 53mila) è rimasta sotto la soglia dei 109 metri cubi l'anno (0,3 al giorno), il 12,8 si è collocato tra i 109 e i 183 metri cubi l'anno (0,3-0,5 al giorno), soltanto lo 0,61 per cento tra i 366 e i 548 l'anno (1-1,5 al giorno). Appena 39, invece, le fatture che riguardano consumi superiori ai 10 metri cubi al giorno. La media, nelle fatture, è di 36,83 metri cubi.
Ma che tipo di consumatori d'acqua sono, i cagliaritani, rispetto al resto dei sardi? Tutto sommato parsimoniosi: nei paesi del circondario, per dire, si utilizza molta più acqua che nel capoluogo. Questo perché in paese una gran parte delle case ha il suo cortile: in pratica i cagliaritani non bevono meno degli altri, è solo che innaffiano meno. L'utenza più diffusa è quella dei residenti (45.844, ovvero il 65,90 per cento), seguita dai non residenti (11.316, il 16,25 per cento).
Ma perché Abbanoa rende noti questi dati? In azienda la chiamano operazione trasparenza: viene fatto per tutti i grossi Comuni, spiegano dall'ufficio stampa. Lo scopo è di evitare ondate di panico e scongiurare la comparsa sui mezzi d'informazione di titoli che accostino al sostantivo «bollette» l'aggettivo «pazze». Sul sito internet dell'azienda (www.abbanoa.it/calendario-bollettazione) è possibile accedere ai dati Comune per Comune.
Marco Noce