Domani Comune, Camera di commercio e Regione decideranno il futuro dell'impianto
Nei bilanci della società ippica un passivo di 200 mila euro
Domani per l'ippodromo del Poetto sarà il giorno del giudizio. Che, a meno di clamorosi colpi di scena, non si annuncia per niente sereno, visto che in cassa ormai non sono rimasti neanche i soldi per pagare gli stipendi dei dipendenti. Alle 11,30 i soci della Società ippica di Cagliari si incontreranno per decidere il futuro dell'impianto intitolato al generale Antonio Gutierrez. Al tavolo parteciperanno il sindaco Massimo Zedda, in rappresentanza del Comune (azionista di maggioranza con il 69,56 per cento delle quote della srl), il presidente della Camera di commercio Giancarlo Deidda (16,06 per cento) e la Regione (14,38 per cento).
GLI SCENARI I soci dell'ippodromo hanno di fronte tre opzioni: dismissione, ricapitalizzazione o liquidazione della società a responsabilità limitata. Il primo caso è quello auspicato dal Consiglio comunale che (con la delibera 77/2013), ha deciso che è necessaria la cessione della partecipazione. Mica tanto semplice. Nei mesi scorsi qualcuno a Palazzo Bacaredda parlava di un interessamento all'acquisto della struttura da parte di emiri appassionati dei cavalli angloarabi. La pista cagliaritana - una volta agibile - sarebbe l'ottimale per l'allenamento degli animali da gara. Per il momento, però, le voci non si sono trasformate in qualcosa di più concreto.
Un altro scenario potrebbe aprirsi in caso di ricapitalizzazione della società. In pratica i soci (in funzione alle percentuali delle quote) dovrebbero iniettare liquidità per aumentare il capitale. Nuovi conferimenti alquanto improbabili da parte del Comune, in un momento di tagli ed economie, che non può più permettere di impegnarsi in strutture così costose.
C'è poi l'ipotesi che nessuno si augura ma che, visti i chiari di luna, sembra l'unica strada percorribile: la liquidazione. È l'alternativa alla dismissione decisa dal Consiglio comunale. Se non si dovessero trovare acquirenti per le quote della Società ippica di Cagliari, il presidente del consiglio di amministrazione sarebbe costretto a mettere in vendita i cavalli, le attrezzature e licenziare i dipendenti.
IL BILANCIO La Società ippica è arrivata al capolinea con deficit gigantesco. La situazione è delicatissima e per salvare l'ippodromo dal baratro servono ingenti capitali. Difficili da reperire. C'è da chiedersi come sia stato possibile raggiungere un buco nel bilancio (che - è bene ricordarlo - non è mai stato attivo). Il Comune sino al mese scorso è riuscito a garantire gli stipendi dei quattro artieri, dell'impiegata e dei tre istruttori (assunti a tempo determinato con contratto in scadenza a fine mese) e le spese di gestione della struttura grazie a finanziamenti pubblici. Ora che i trasferimenti sono diminuiti la società ippica non ha i mezzi per coprire i costi. E gli effetti si sono fatti sentire immediatamente: il rosso nel bilancio 2013 ammonta a circa 200 mila euro su un totale di 413 mila euro.
L'ANALISI Perché non si riesce a sfruttare le grandi opportunità? Quell'angolo del Poetto potrebbe diventare senza grandi sforzi un pezzo di paradiso terrestre. L'ippodromo da una parte, il parco di Molentargius dall'altra e l'ex ospedale marino sulla spiaggia. Invece no. Tutto fermo, arenato in misteriose sabbie mobili burocratiche.
Andrea Artizzu