Rassegna Stampa

Il Sardegna

Cellino: via Floris, non è un tifoso il sindaco: lui sia più trasparente

Fonte: Il Sardegna
27 gennaio 2009

Sant'Elia. Il presidente rossoblù accusa il primo cittadino di castrare la squadra negando il sì al nuovo stadio

La replica al presidente: «Io amo la squadra, ma lui presenti progetti, non ultimatum»
Marco Mostallino marco.mostallino@epolis.sm

La sua squadra le ha suonate alla Lazio e lui decide di cantarle al sindaco. Massimo Cellino, intervistato dalla Rai su “Radio anch'io”, parla dello stadio nuovo e dà sfogo alla sua vis polemica e, quando il giornalista gli ricorda il Cagliari che giocò in Coppa Uefa (1993-'94), attacca: «Ripetere la storia del passato è difficile, quello è il passato. La potenza economica delle grandi squadre impedisce alle piccole di arrivare ad alti livelli. Ne ho viste tante di piccole squadre che potevano uscire e poi sono state stroncate. Questa squadra assomiglia a quella di Giorgi (il tecnico che la portò in semifinale Uefa, ndr), però era un altro periodo e anche la Sardegna era diversa. Avevamo un altro sindaco. - dice il patron rossoblù - Lo stadio è pronto, ma il nostro sindaco non è tifoso del Cagliari. Speriamo che vada via al più presto». Lo scontro è sul nuovo stadio, quello che secondo Cellino il sindaco bloccherebbe, frenando i sogni di gloria, tanto che il presidente ha bussato a Quartu, incontrando il sindaco Gigi Ruggeri.

LE PAROLE DI CELLINO raggiungono Emilio Floris mentre in una via Roma sferzata dal vento cammina verso il Municipio. Il sindaco ci pensa su un attimo, quindi a distanza replica ma senza scomporsi: «A me - premette - fa molto piacere che la squadra del Cagliari sia in Serie A, è sicuramente un valore aggiunto per la città che si realizza anche attraverso lo sport. Per tutto questo, posso assolutamente definirmi tifoso del Cagliari. Però - e qui Floris entra nel merito di questa tormentata trattativa - i rapporti del presidente riguardano il settore amministrativo di una città che devo governare secondo l'indirizzo politico ricevuto». Cellino però preme e sostiene che Floris è un ostacolo. «Voglio ricordare - riprende il sindaco - che l'area dell'attuale stadio con i suoi dintorni, nel Piano urbanistico è stata da me mantenuta con la destinazione a zona verde, all'impiantistica sportiva, e in parte alle strutture che dovranno accogliere la Zona franca urbana. La Regione - prosegue Floris - pensava a un'area residenziale per quindicimila persone, ma noi abbiamo detto no». Premessa per sgombrare il campo sulla volontà del Comune: «Poi - riprende Floris - se il Cagliari Calcio ha interessi diversi rispetto a quelli di cui leggo sui giornali, ovvero la trattativa con un Comune limitrofo, io ricordo al presidente che noi siamo sempre qui. Però non si può trovare un'intesa se dall'altra parte giungono ultimatum a concludere tutto entro una certa data: un iter burocratico non si chiude da una settimana all'altra ». Floris aggiunge quindi che «le porte da parte mia restano come sempre aperte. Ma quando un privato ha intenzioni serie, lo deve dimostrare con incontri ripetuti con l'amministrazione ». Il sindaco racconta di aver incontrato «molti tifosi i quali mi chiedono uno stadio moderno. Io sono d'accordo. Se c'è da parte di Cellino un reale interesse, sono pronto a discutere. Ma nell'interesse mio e suo - avverte - vorrei dirgli che serve trasparenza amministrativa: nessuno avrebbe piacere di assistere a ricorsi e blocchi dei lavori, perché le pratiche burocratiche non sono supportate da una documentazione assolutamente trasparente: il resto - conclude Floris - sono chiacchiere da bar». Dello sport.