Piccole modifiche, tante novità nell'impianto ancora in via di completamento
E Giulini va sotto la curva per salutare i tifosi
Lo stadio Sant'Elia assomiglia un po' alla squadra che ospita: certe cose te le devi ancora immaginare, ma già adesso piace di più di come era prima. Si capisce che c'è la voglia di fare qualcosa di bello. Magari con poco, con quello che c'è, ma adesso lo stadio metà rudere e metà cantiere è più accogliente. Qualche chiosco in più, aree ristoro, più pulizia, più ordine. E una considerazione che sgorga spontanea: ma allora si poteva fare!
Il prepartita - visto che dopo c'è un pizzico di delusione in più - è festoso. Il battesimo casalingo in campionato è sempre un'occasione speciale. Tommaso Giulini avrebbe voglia di fare tante promesse ai tifosi, ma sa che non sarà facile mantenerle. Però il progetto è tracciato e la gente lo sposa volentieri, almeno a giudicare dagli applausi che scrosciano dalle tribune quando il presidente, da buon padrone di casa, va a salutare i suoi ospiti, cioè i tifosi. Poi sale in tribuna, circondato dai dirigenti rossoblù e da ospiti di riguardo, anche in divisa. Probabilmente in veste di sponsor, c'è anche mr. Tiscali , uno spaesato Renato Soru che ai vicini di posto confessa di essere per la prima volta a una partita del Cagliari. Vero o no, certo non è un habituée.
Per il primo tempo Giulini si accomoda in quella che per tanti anni è stata la poltroncina di Massimo Cellino. Nel secondo tempo, invece, scende in campo e assiste alla gara dall'imboccatura del tunnel degli spogliatoi. Poi, nonostante la delusione, va a salutare l'arbitro e a mangiare qualcosa assieme ai dirigenti dell'Atalanta. Questione di stile. Ospitalità, signorilità e sportività non mancheranno mai, anche se, a microfoni spenti, il messaggio è che il Cagliari non subirà passivamente eventuali torti.
Intanto, però, nella vecchia cabina stampa trovano posto due sky box, uno per il Cagliari e uno per la società ospite. C'è un servizio di catering, ci sono le hostess (l'agenzia Venus Dea schiera anche Francesca Ena, fresca vincitrice di Miss Intercontinental, mica una qualunque...) e anche nel vecchio bar della tribuna centrale, sostituito da uno all'esterno, la GSport (società che cura per conto del Cagliari la visibilità a bordo campo l'area hospitality) ha ricavato una zona allestita (anzi, apparecchiata) per ospiti di vario tipo, definiti (ahimè) con l'abusatissimo termine VIP.
Prima della partita, dal campo, Alessandro Spedicati, dei Sikitikis, con maglia rossoblù d'ordinanza, premia i vincitori del concorso sullo slogan (“Una terra, un popolo, una squadra: forza Casteddu!”), che campeggia su un gigantesco striscione. La voce del Diablo , rimbomba all'ingresso delle squadre in campo, prima come speaker, poi come cantante dell'inno ufficiale. Ed è proprio quello che sarebbe servito ieri: ancora un gol.
Carlo Alberto Melis
@IronCam68