Oltre diciottomila presenze di pubblico segnano il successo della nuova casa
S ettembre è davvero il tempo giusto per il Marina Cafè Noir, il festival delle letterature applicate che quest'anno aveva come tema “Non tutto è in vendita”. Le serate sono tiepide e la luce di Cagliari è bellissima. Quella appena conclusa è stata un'edizione di grandi numeri, ospitata tra il Giardino sotto le Mura e il Terrapieno di Cagliari (anticipata dalla prima giornata nel quartiere Marina, location storica del festival) in una zona per la prima volta chiusa al traffico nelle ore serali, la grande arteria di viale Regina Elena.
Ma ecco i numeri: oltre settanta gli ospiti accolti per raccontare cinema, poesia, letteratura, più di cento tra collaboratori e volontari impegnati nell'organizzazione, quaranta appuntamenti in cinque giorni tra mercoledì 10 e domenica 14 settembre.
Naturalmente il ruolo da protagonista lo ha avuto il pubblico: l'edizione numero dodici di Marina Café Noir ha registrato circa diciottomila persone, una cifra record che supera la media dei quindicimila stimata negli anni scorsi. Un successo, una conferma della bontà della formula scelta dal gruppo, che quest'anno ha voluto misurarsi, come detto, con una importante novità: cambiare casa, lasciare il quartiere natale della Marina, dove c'è stato comunque il battesimo iniziale, ed esplorare altri orizzonti cittadini, abitare altri quartieri.
«Siamo felicissimi della grande risposta del pubblico - commentano gli organizzatori dell'associazione culturale Chourmo - inoltre in questa edizione abbiamo potuto sfruttare un palco naturale bellissimo incastonato tra le mura medievali, il Terrapieno e la Cattedrale di Cagliari». Un angolo recentemente restituito alla città, accogliente e molto gradevole. «Con la scelta di organizzare gli appuntamenti nel Chourmo Village, in uno spazio per la prima volta trasformato in area pedonale, abbiamo fatto una grande scommessa che la città ci ha aiutato a vincere - proseguono gli organizzatori- Cagliari ci dimostra affetto da dodici anni, questo ci lusinga e ci stimola a continuare per far sentire la nostra voce un po' controcorrente».