VIALE MONASTIR. Bocciato il progetto per abitazioni a canone agevolato
Il vecchio ingrosso dell'ortofrutta è abbandonato
Sembra la fotografia di un angolo della Striscia di Gaza. Tetti sfondati, pareti pericolanti, cavi elettrici sfilacciati, erbacce e rifiuti dappertutto. Nell'ex mercato ortofrutticolo all'ingrosso tra viale Monastir e viale Elmas gli affari iniziavano quando era ancora buio. Allora era il cuore pulsante del commercio del capoluogo e dei paesi dell'hinterland.
MERCATO DELL'ABBANDONO In viale Monastir 56 il piazzale d'asfalto è in disarmo. Una recinzione separa il degrado dai veicoli rimossi dai carrogrù della Polizia municipale ma non impedisce di vedere lo sconcio. Marcia Giovanni Box 59 . L'insegna penzola da quella che era una rivendita di frutta e verdura. La copertura in eternit minaccia di crollare da un momento all'altro. Le erbacce alte un metro sono il degno ornamento di scheletri di impalcature arrugginite e serrande sfondate. Dove zecche, topi e blatte hanno trasferito la loro residenza. Non hanno sbagliato spazio per realizzare le loro abitazioni. Un ambiente perfetto per vivere in santa pace, tanto che quei 13 mila metri quadrati (3.600 coperti) erano stati destinati alla costruzione di appartamenti a canone agevolato da realizzare grazie a un progetto di housing sociale. L'accordo tra Comune (proprietario dell'area), Consorzio agrario (titolare di un terreno confinante dismesso) e assessorato regionale ai Lavori pubblici sembrava cosa fatta. Il 20 maggio 2011 la Regione aveva approvato il progetto di palazzo Bacaredda che prevedeva la realizzazione di case, parcheggi e servizi per 416 persone troppo ricche per ambire all'edilizia popolare ma troppo povere per affrontare il mercato immobiliare cittadino. Il costo dell'iniziativa (che prevedeva anche la costruzione di abitazioni in via Curie) era di 54 milioni di euro: 39 milioni della Regione, 15 dei privati. L'ex assessore regionale Sebastiano Sannitu aveva individuato anche il finanziatore: la Fondazione Banco di Sardegna.
NULLA DI FATTO Basta fare un salto in viale Monastir per capire che il progetto di case a prezzo calmierato è, quantomeno, in alto mare. Per l'assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras la vicenda non è affatto chiusa. «È in piedi il ragionamento sull'housing sociale e siamo pronti a proseguire il discorso: la Regione ha attivato il fondo, aspettiamo la convocazione per riprendere e approfondire la discussione avviata».
LA BOCCIATURA L'assessore regionale dei Lavori pubblici Paolo Maninchedda non sembra sulla stessa linea del Comune. La vicenda - fa sapere - è ferma a tre mesi fa quando sono stati presentati i progetti del Comune sulla possibilità di realizzare case a canone agevolato nelle aree di viale Monastir e via Curie. I piani erano stati giudicati negativamente dalla società Torre che aveva il compito di analizzarli. In pratica le due proposte erano finite negli ultimi posti della graduatoria regionale per l'housing sociale. Ora l'amministrazione cagliaritana deve modificare le proposte e ripresentarle. I contributi non sono a fondo perduto, l'investimento deve creare reddito, anche se basso e calmierato, per remunerare l'investimento iniziale. Non c'è tempo da perdere. A gennaio verrà costituito un fondo comune tra Regione (che stanzierà 12 milioni di euro) e i privati e il Comune non deve farsi trovare impreparato.
Andrea Artizzu