«Che ci fa un ecocentro per lo smaltimento di rifiuti, persino pericolosi, a poche decine di metri da un sito di interesse comunitario, da un consorzio ittico e da centinaia di abitazioni?». Se lo chiedono Gianna Cabiddu e Roberto Copparoni, esponenti della Federazione dei Verdi. «È mai possibile», sottolineano in una nota Cabiddu e Copparoni, «che non si possa pensare a qualcosa di meglio per elevare la qualità della nostra vita e salvaguardare per una volta il nostro patrimonio culturale e ambientale?». Contestata l'intenzione dell'Amministrazione comunale di realizzare un ecocentro in via San Paolo. «È strano che ancora oggi non vi sia un cartello o un pannello che indichi proprio in quest'area la presenza dei siti archeologici e che non sia visibile alcun elemento murario, architettonico della memorabile città giudicale di Santa Igia».
Altro esempio: «La sequela di blocchi di pietra squadrata presenti anche nel cavalcavia di Città Mercato, oggi impietosamente anonimi, sono stati posti a delimitare le aiuole del sottopasso, senza preoccuparsi di mettere un cartello per far capire quale fosse stata la loro originaria collocazione, magari con una cartina del perimetro o con una plausibile ricostruzione della città giudicale distrutta dai Pisani». L'attacco a politici: «I principali responsabili del danneggiamento del patrimonio storico archeologico e naturalistico ambientale urbano sono stati proprio i vari amministratori che in questi ultimi decenni si sono avvicendati nel palazzo di Via Roma. In tal senso tutti, chi più chi meno, hanno fatto la loro parte».