VIA SAN PAOLO. Una delegazione del comitato di quartiere è stata ricevuta in Municipio
Toner, pesticidi, solventi: discussione tra cittadini e assessori
Nel barometro della tensione l'apice si tocca quando l'assessore Anna Paola Loi inizia a leggere l'elenco delle tipologie di rifiuti destinate a finire nell'ecocentro di via San Paolo. Anzi a metà elenco, quando, dopo i «toner per stampanti» e gli «imballaggi» vari, si arriva ai «pesticidi, filtri d'olio, acidi, solventi chimici» e, dulcis in fundo, al «mercurio». A quel punto i sei rappresentanti delle delegazione del comitato di quartiere arrivati in Comune per discutere la caldissima questione, saltano quasi sulla sedia. «Ecco, questi sono rifiuti pericolosi - fanno notare -, non siamo contrari a prescindere, ma ci preoccupa l'inquinamento oltre che la puzza». L'assessore rintuzza subito: «Guardate che tutta questa roba normalmente finisce nell'indifferenziato, dove portate le lampadine al neon? Lì c'è il mercurio. L'ecocentro è la soluzione del problema, non il problema».
Due ore di colloquio fitto, con momenti di scambio di opinioni anche vivaci, nel tentativo di far digerire ai residenti di via San Paolo la realizzazione di uno dei tre centri di raccolta dei rifiuti previsti in città (gli altri sorgeranno a Sant'Elia e a San Lorenzo). Anzi sei, perché il piano regionale ne prevede altri tre. «Ma per ora - ha garantito l'assessore Paolo Frau -, pensiamo a quelli già progettati».
L'incontro inizia alle 18 e il clima non sembra dei più cordiali. Il nervosismo è palese. Chini sulle mappe assessori e tecnici faticano a far capire il punto esatto in cui sorgerà l'ecocentro, il cui piano preliminare è già approvato. Quando è chiaro per tutti - «accanto allo stabilimento dell'Euromoquette» - ecco che iniziano i se e i ma. «Le nostre case sono a soli 200 metri», tuona Paolo Ghiretti. Ottavio Fadda, che rappresenta le 60 famiglie di via Mincio, propone di spostare tutto alla fine di via San Simone, dove c'è la vecchia centrale elettrica. Alla fine però le spiegazioni degli amministratori rasserenano la delegazione. «Non ci sarà puzza perché non sarà conferito né umido né indifferenziato - sottolinea l'assessore Loi - e i rifiuti saranno gestiti adeguatamente e in sicurezza, il conferimento sarà controllato giorno e notte». La discussione scivola allora sulla situazione complessiva dell'area di via San Paolo, «abbandonata a se stessa, piena di topi giganti, dove non funzionano le fogne né l'illuminazione pubblica». E i residenti strappano una promessa: un incontro pubblico a breve in cui discutere con gli assessori competenti la complessiva riqualificazione dell'area. L'ascia di guerra torna sotto terra. Per ora.
Massimo Ledda