Dai centri vicini vengono portate ogni anno 12 mila tonnellate di indifferenziata
Zedda: non possiamo diventare la pattumiera della Sardegna Smaltire una tonnellata di rifiuti indefferenziati costa al Comune 168 euro più Iva. Se moltiplicati per 12 mila, ovvero le tonnellate di “indifferenziata” che ogni anno i residenti nei paesi dell'hinterland buttano nei cassonetti del capoluogo, il calcolo è presto fatto: circa 2 milioni di euro.
SENSO CIVICO ZERO Una montagna di soldi che l'amministrazione comunale è costretta a sborsare per la pigrizia e l'inciviltà di alcuni residenti nei Comuni vicini nei quali la raccolta differenziata porta a porta è già iniziata da anni. Ma nonostante il tempo trascorso, durante il quale avrebbero dovuto prendere confidenza con il calendario per il conferimento dei rifiuti, sono ancora tanti quelli che pur di non separare plastica, vetro, lattine, umido e secco, caricano i sacchi maleodoranti in macchina per liberarsene nel primo cassonetto utile alle porte di Cagliari, rischiando una sanzione che va dai 25 ai 600 euro.
I CASSONETTI PIENI Secondo uno studio condotto dagli Uffici comunali sono circa 12 mila le tonnellate di rifiuti che ogni anno vengono conferite nei cassonetti lungo le principali vie d'accesso alla città da non residenti. Tonnellate che sommate alle 80 prodotte dai cagliaritani fanno lievitare a quota 92 mila quelle da smaltire nel termovalorizzatore Tecnocasic di Macchiareddu. A questi costi: 168 euro più Iva per ogni tonnellata di indifferenziato e 103 euro più Iva per l'umido. I conti, se fatti, sono a molti zeri.
LA DISCARICA DI TUTTI «Cagliari non può diventare la pattumiera della Sardegna e soprattutto i cagliaritani non possono e non devono pagare lo smaltimento di rifiuti prodotti da altri», sottolinea il sindaco Massimo Zedda. «Abbiamo circa 154 mila residenti e i rifiuti presenti equivalgono a quelli di una città che ha il doppio degli abitanti. Significa che molti, da fuori Cagliari, portano qui i loro rifiuti e i cagliaritani ne pagano lo smaltimento. È un problema che riguarda tutte le grandi città ed è un dato che influisce non poco sul costo che ogni cittadino paga attualmente per il servizio di raccolta», spiega il primo cittadino. Per non pagare sanzioni «si devono portare i rifiuti nel proprio Comune di residenza, dove si paga la Tari», ricorda Zedda riferendosi al caso di una ragazza che, «sicuramente in buona fede», dice il sindaco, nei giorni scorsi è stata sanzionata per aver portato in città dei rifiuti abbandonati da altri sulla spiaggia di Piscinas.
LE MULTE A parte i rari casi di chi commette un errore, sono comunque sempre meno le multe per violazione dell'ordinanza sindacale numero 83 del 2010 verbalizzate dagli uomini del Corpo della Polizia municipale. Il picco è stato toccato nel 2012 con 82 sanzioni. Si è scesi a 13 nel 2013 e risaliti a 15 fino a metà 2014. Il fenomeno è stato ridotto, come spiegano gli agenti, «grazie alla presenza sul territorio del personale addetto al controllo e all'azione di sensibilizzazione svolta dall'amministrazione ma resta ancora tanto da fare».
Veronica Nedrini