Oltre mille beni ogni anno finiscono nelle “bacheca degli smemorati” di Comune e Ctm
Distratti lo sono eccome, i cagliaritani. Lo dicono i numeri, le impietose cifre che raccontano di un difetto evidentemente diffuso e di un'abitudine consolidata nel dimenticare in autobus e corriere, su treni e aerei (ma anche nei più disparati luoghi della città) telefoni cellulari, portafogli, carte di credito e patenti, libri, macchine fotografiche, addirittura biciclette. Per non parlare poi delle chiavi di casa e dell'auto che tra gli oggetti smarriti sembrano avere un primato irraggiungibile. Tra i più rari, fortunatamente, gioielli e preziosi, che se non scalano la classifica delle dimenticanze acquisiscono punteggio per il loro valore.
IL DENARO «Vero, qualche volta è accaduto di ricevere qualche monile prezioso», spiegano all'Ufficio oggetti smarriti del Comune di via Po, «ma anche denaro contante, come avvenne l'anno scorso, quando una persona ci consegnò più duemila euro che tra l'altro nessuno ha ancora richiesto». Una somma che potrebbe finire, alla scadenza del periodo di pubblicazione obbligatorio per legge, nelle mani di chi l'ha trovata ma ne ha fatto regolare domanda di riscossione.
IN UFFICIO Nell'Ufficio di via Po (aperto lunedì e martedì dalle 9 alle 12 e dalle 15,30 alle 17) finiscono ogni anno circa 500 beni. «Gran parte arriva dalle Poste visto che i ritrovatori imbucano spesso gli oggetti, soprattutto se si tratta di documenti, nelle cassette portalettera. Altri oggetti smarriti ci vengono consegnati da carabinieri, polizia e più in generale dalle forze dell'ordine».
LE VARIETÀ È ricchissima anche la bacheca riservata agli smemorati che viaggiano sui mezzi del Ctm. Certo ai cagliaritani ma anche passeggeri arrivati dall'hinterland. Nell'ufficio di viale Ciusa finisce di tutto. La storia si ripete con gli oggetti più comuni che la distrazione fa dimenticare sui sedili. E allora sono ancora portafogli e documenti d'identità, tessere, mazzi di chiavi. Anche permessi di soggiorno che parlano di una città sempre più multietnica. «Materiale, quest'ultimo, che naturalmente consegniamo alle forze di polizia», spiega Stefania Darista, responsabile delle relazioni esterne di Ctm. Sui pullman, a fine corsa, scendono i passeggeri e restano troppo spesso i loro beni. Giornali e libri finiscono negli scafali che ogni anno si riempiono di tanti oggetti dimenticati. Così la montagna degli “smarriti” cresce velocemente. «Dal 5 marzo ad oggi - ricorda Darista - sono già quattrocento». Molti resteranno in attesa, altri si ricongiungeranno ai proprietari, altri ancora (come il vestiario mai ritirato) finirà alla Caritas.
A. Pi.