Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Terrapieno, l'ex salotto

Fonte: L'Unione Sarda
2 settembre 2014

VIALE REGINA ELENA. Rami di alberi scaraventati sui passanti dal vento

Crolli, buche, transenne e “bisognini” dei cani 


Un tempo si affacciava sul quartiere di Villanova, il Terrapieno di viale Regina Elena. A forza di affacciarsi, ormai incombe sul rione e gli interventi di rafforzamento della Passeggiata, intitolata a Enrico Endrich, non hanno fatto sparire le pendenze e nemmeno le transenne. Per il resto tutto bene, anzi no, considerato che quel Terrapieno in eleganti mattonelle chiare, stringi stringi, è l'unico vero salotto della città: i portici di via Roma somigliano più a una kasbah e piazza del Carmine è troppo variopinta nelle sue frequentazioni. Il problema è che si deve tenere bene, un salotto, altrimenti gli ospiti diventano sospettosi e vogliono controllare in che condizioni sia il bagno.
GLI AFICIONADOS Il Terrapieno ha visitatori saltuari e frequentatori abituali, compreso l'uomo che lo percorre su e giù diverse volte al giorno reggendo una quantità impressionante di buste di plastica piene di chissà che cosa. Ci sono mamme con i bambini, innamorati adolescenti, anziani che mantengono vivi i muscoli delle gambe, pochi perditempo, uomini e donne dal passo svelto. Pure qualche turista, ogni tanto, assieme a padroni di cani (la maggior parte raccoglie quel che i loro animali producono, ma non tutti e l'aiuola lo dimostra in modo spietato) e abitanti in via San Saturnino che assaporano il privilegio di spostarsi in centro senza utilizzare l'auto.
DEGRADO Premesso che la passeggiata nella Passeggiata, ieri mattina, ha richiesto di sfuggire al ramo di un albero strappato dal vento e scaraventato addosso a chi camminava, tante cose non vanno al Terrapieno, e non tutte per colpa del Comune. Certo, spetta al Comune rimuovere i rifiuti dalla vegetazione da safari africano, ma spetterebbe ai cagliaritani gettare le lattine di birra nei tanti cestini a disposizione, invece che in mezzo ai cespugli. Sempre a chi comanda in via Roma, spetterebbe far sparire i pali dei semafori che furono in via San Saturnino e un lampione arrugginito inglobato in un albero, davanti alla ben curata rotatoria dei Giardini pubblici. Ancora al Comune spetterebbe sistemare i tubi (neri, si voleva che si vedessero) del'impianto d'innaffiamento dei pini nell'aiuola. Si resta perplessi nel tratto di fronte al parcheggio multipiano, dove quei tubi di gomma attraversano il Terrapieno disegnando una U squadrata e rovesciata: qualcosa a metà tra un'installazione d'arte contemporanea e una sciatteria da giardiniere svogliato. Di buono c'è che la fontanella funziona e c'è pure il rubinetto, il che non dovrebbe fare notizia. Mancano diverse mattonelle, e quelle attorno sono rialzate. Le panche di pietra e mattoni sono storte, a causa del cedimento del terreno verso via San Saturnino.
GRAFFITI Poco più giù, dove il Terrapieno si allarga in una mezzaluna, ricompaiono le transenne perché la Passeggiata s'inclina verso via San Saturnino. Alcune scritte con la vernice spray (poche) accompagnano la camminata verso piazza Costituzione, ma prima si raggiunge la piazza dove i graffiti molto belli firmati Crisa, misti a pasticci senza valore, arredano una parete. Qualcun altro ha dipinto con colori sgargianti alcuni barattoli metallici riempiti di terra e vi ha messo a dimora piccole piante: ottima idea, se si fosse preso la briga di tornare per innaffiarle, ogni tanto. Ora quello scorcio è una natura morta. Difficile riconoscere qualche valore artistico all'enorme quantità di vernice spray che ricopre interamente due cabine telefoniche, fra le poche superstiti in città, dentro le quali sono abbandonate lattine di birra (un astemio ne ha lasciata una di aranciata). E poi c'è piazza Marghinotti, porta d'accesso alla sottostante via Sulis, dove gli operai del Comune hanno cancellato dai muri le scritte lasciate da vandali. Per coprirle è stata utilizzata una vernice simile, ma non uguale, al colore della pietra: le scritte non ci sono più, sostituite però da strisce orizzontali di un'altra sfumatura. Nei salotti, quelli veri, di solito si pittura tutto il muro.
Luigi Almiento