Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La processione dei due simulacri ha chiuso la festa

Fonte: L'Unione Sarda
1 settembre 2014

Secondo don Fois la grande partecipazione è il segno di una rinnovata attenzione

 

Ricordare il Santo ma, soprattutto, meditare sul futuro di un monumento che bisognerebbe restituire alla città. La ricorrenza liturgica di sant'Agostino ha offerto ulteriori spunti per una riflessione a tutto campo sulla chiesa di via Baylle che dal 1979 don Vincenzo Fois vuole restituire al suo rinascimentale splendore.
Una festa che dopo la messa solenne ha visto muoversi una processione con due simulacri del vescovo di Ippona: uno è quello che lo rappresenta morto ed è conservato in Municipio dove è stato riportato dopo la festa, l'altro è un'opera del Lonis. Raffigura sant'Agostino che indossa paramenti vescovili e al quale, prima della messa, come ogni anno è stata posta sulla mano destra una penna d'oro, opera dell'orafo Aldo Langione (lo stesso che realizzò la navicella d'oro donata da Benedetto XVI alla Madonna di Bonaria). Una festa che ha visto una partecipazione maggiore di fedeli rispetto agli anni scorsi, segno di una attenzione che la città sta ponendo verso questo Santo.
Certo, resta il problema di una chiesa trascurata. E ora don Fois chiede il recupero dell'antico chiostro: «È conservato nascosto da oltre 100 anni, inglobato nell'ex Asilo della Marina e ultimamente sede dell'associazione Marinando. È assurdo che non si possa godere della bellezza del monumento nella sua integralità. Non mi è stato assegnato un locale di rettoria e la mancanza fissa del sacerdote crea danni non solo alla sicurezza ma anche alla catechesi. La città si accorge di ciò che perde solo quando ha smarrito il bene. Il chiostro rinascimentale di sant'Agostino esiste e va salvato».
Intanto, archiviata la festa di agosto, si pensa a quella dell'11 ottobre che ricorda la traslazione delle spoglie del vescovo di Ippona dall'Africa a Cagliari. Per l'occasione don Fois vorrebbe portare in città il generale degli Agostiniani, padre Alejandro Moral Anton. Una opportunità per ripensare a quella parte di via Baylle che comprendeva chiesa, chiostro e convento. E che don Fois vorrebbe restituire alla città.
Alessandro Atzeri