Difficile garantire il diritto allo studio, considerate le spese che una famiglia deve sostenere per mandare il figlio a scuola, soprattutto nel primo anno di superiori (oltre 1.300 euro da sborsare per ogni studente).
Superato lo scoglio delle scuole elementari durante le quali lo Stato garantisce libri gratis a tutti gli alunni a prescindere dal reddito familiare - e quei testi sono suddivisi in volumetti per non appesantire lo zaino dei bambini -, già dalle medie inferiori per garantire l'istruzione ai figli sono dolori.
Chi appartiene a famiglie particolarmente disagiate può contare sui contributi pubblici, a sostegno del diritto allo studio. Ad esempio, per l'anno scolastico che comincerà il mese prossimo l'assessorato comunale alla Pubblica istruzione ha stanziato trentamila euro. È la voce meno importante nel bilancio degli aiuti alle famiglie: ovviamente, in cima alla hit parade del contributo ci sono i libri di testo. Per garantire la fornitura gratuita o semigratuita (dipende dal reddito Isee di ciascun nucleo familiare), il cassiere di via Roma ha già pronti 250mila euro: una cifra non da poco. Ci sono poi le borse di studio, che sono certo legate al reddito ma anche ai risultati scolastici conseguiti da ciascun studente: l'assessorato stanzia 190mila euro. Il Comune paga inoltre le rette, oppure le integra con un contributo, agli studenti indigenti ma meritevoli che desiderano iscriversi al Convitto nazionale: in questo caso, lo stanziamento per il prossimo anno scolastico e di 100mila euro.
Dove si può, il Comune preferisce fornire servizi gratuiti o a basso costo agli alunni, piuttosto che denaro. Avviene ad esempio per il servizio di scuolabus, ma anche per le mense scolastiche. (l. a.)