È nella lista nera di Cottarelli, eppure la società nel 2012 vantava 22 milioni di crediti
Tecnocasic è in causa col Comune per i servizi mai pagati
Inserita nella lista “nera” delle società partecipate da enti locali in rosso, non solo la Tecnocasic di Macchiareddu ha chiuso il bilancio 2013 in attivo e prevede per quest'anno un risultato anche migliore (sopra il milione), ma in realtà al momento nemmeno ha al suo interno soci pubblici. E scorrendo il conto economico al 31 dicembre 2012, quello preso in esame dal commissario alla revisione della spesa Carlo Cottarelli all'origine del suo inserimento nell'elenco delle aziende peggiori per il rapporto tra investimenti e risultati, si scopre che proprio il Comune di Cagliari - in teoria uno degli azionisti della spa - era il suo principale debitore. Doveva, e pare debba ancora, 7 milioni 750.371,85 euro per i servizi resigli dall'azienda, cioè lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani e industriali e il trattamento delle acque reflue urbane e domestiche. Di questi, 4 milioni 767.369,41 euro sono attualmente al centro di una causa giudiziaria al Tribunale civile.
Una somma che, aggiunta a quelle riferite ad altre centinaia di debitori, fa lievitare i crediti vantati dalla società per quell'anno fino a 21 milioni 975.751 euro. Lo studio sulla “Spending review” invece aveva fatto riferimento a parametri diversi: un patrimonio di poco superiore al milione di euro, un reddito in rosso per 4 milioni e 640 mila euro e un indice di efficienza finanziaria negativo (il valore dei profitti o delle perdite per ogni euro di capitale investito) pari al 454,54 per cento. Fossero stati considerati i 22 milioni da incassare, l'analisi sarebbe stata differente. Senza contare che questa cifra, già ripulita dei debiti (circa 11,3 milioni) e priva di un milione 718.142 euro di imposte anticipate, è stata calcolata al netto delle svalutazioni, cioè del denaro che si presumeva di non poter comunque incassare per fallimenti delle società o altri motivi. Altrimenti i crediti reali avrebbero raggiunto i 39 milioni. «Considerando i bilanci precedenti nonché quello del 2013», hanno detto di recente i dirigenti in risposta allo studio di Cottarelli, «appare inequivocabile che la Tecnocasic non sia una società da liquidare né da dismettere».
Ma la lista di aziende che devono ancora versare il dovuto è lunghissima e va ben oltre il Comune di Cagliari, il cui presunto debito comunque supera qualunque altro. Dietro c'è Abbanoa con 3 milioni 173.588,15 euro: anche in questo caso è in corso una causa civile. Con un milione 432.104,25 c'è la Saras, poi l'Esaf (l'ente sardo acquedotti e fognature) con un milione 132.756,55 e il Comune di Quartu con un milione 40.224,25 euro. Tutte le altre (complessivamente 605) sono sotto quella soglia. Si trovano, tra gli altri, il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale (9.519 euro), l'Unione dei Comuni del Parteolla (104 mila) e della Trexenta (85 mila) e i Municipi di Capoterra (350 mila euro), Pula (252 mila), Selargius (165 mila), Assemini (114 mila), Sestu (110 mila), Monserrato (100 mila), Sinnai (68 mila), Quartucciu (67 mila) e Villasimius (61 mila).
Andrea Manunza