Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La società smaltisce i rifiuti urbani e industriali

Fonte: L'Unione Sarda
29 agosto 2014


La funzione

 

Il Tecnocasic di Macchiareddu si occupa di servizi idrico-ambientali. Gestisce la piattaforma che comprende impianti per il trattamento di rifiuti solidi urbani, industriali e tossico-nocivi e di quello delle acque reflue urbane e domestiche. Smaltisce la spazzatura prodotta da Cagliari e da altri trenta Comuni dell'area vasta.
È stata costituita nel 1990 da Sps spa (società statale col 55 per cento delle azioni) e Casic (proprietaria del restante 45 per cento) ma nel 1995 alla Sps, fallita, subentrò un socio privato. Il Casic (diventato Cacip) mantenne il 70 per cento delle azioni, il restante 30 per cento andò alla Ecologica 2000. Con un giro d'affari di svariate decine di milioni di euro e 250 dipendenti, è la terza società della Sardegna per fatturato e personale. Due anni fa ha trattato 130 mila tonnellate di rifiuti urbani e 6 milioni di metri cubi di reflui dei Comuni. Ha ricevuto 60 milioni di metri cubi d'acqua dal Flumendosa distribuendoli alle industrie. L'impianto di compostaggio ha trattato 53 mila tonnellate di rifiuti organici trasformandoli in fertilizzante e compost per giardini e vivai. L'impianto di smaltimento utilizza tre forni, uno dei quali trasforma il calore in 50 megawatt di energia in parte utilizzata per alimentare la piattaforma e in parte (19 megawatt) venduta a Enel energia. I forni hanno una capacità di smaltimento di 1.500 tonnellate al giorno. Fino al 2011 consortile (cioè partecipata al 70 per cento dal Casic e al 30 per cento dai privati) e senza scopo di lucro, la Tecnocasic oggi è al 100 per cento del Cacip. (an. m.)


Alti e bassi

Nel 2008
ha rischiato
il fallimento

La Tecnocasic ha attraversato il periodo peggiore nel 2008, quando rischiò di fallire. Fu nominato liquidatore Oscar Serci (oggi è l'amministratore): nel 2009 il Cacip (Serci era il direttore generale) versò 550 mila euro alla Ecologica 2000 e divenne proprietario del cento per cento delle azioni del Tecnocasic, poi nel 2010 cda e assemblea deliberarono la revoca dello stato di liquidazione, il ripianamento delle perdite (3 milioni nel 2009) utilizzando le riserve in bilancio e aumentando a 1,8 milioni il capitale sociale, la modifica della durata della società al 31 dicembre del 2090 (scadeva il 31 dicembre 2010), la trasformazione in spa e la nomina di un amministratore unico. Il Tribunale, vista l'utilità dell'azienda, accolse le proposte. Serci, secondo il codice civile, inibì la vendita delle azioni per cinque anni, mentre per i successivi cinque si potevano cedere solo con l'assenso della Regione. In attivo nel 2010, nel 2011 e nel 2013, il bilancio della Tecnocasic secondo i dirigenti si è chiuso in rosso nel 2012 per impianti mal funzionanti che hanno imposto l'invio dei rifiuti a due discariche esterne, con conseguente riduzione di produzione di energia elettrica, pneumatici da smaltire mandati per legge alla Ecopneus («447.750 euro in meno di ricavi»), manutenzioni fuori programma o programmate ma «sempre più onerose», il conferimento a Villacidro dei residui dello spazzamento delle strade. Infine, il contenzioso con Abbanoa per 12,5 milioni. (an. m.)