LA PROPOSTA. Occorre modificare il regolamento per una cerimonia “made in Casteddu”
Matrimonio nei monumenti e in spiaggia: ora, forse, si può
Scambiarsi le fedi nuziali ammirando le sfumature del mare al tramonto, godere del panorama cittadino dall'alto di un'antica torre, pronunciare il fatidico sì su un prato circondato da alberi secolari. Forse la promessa d'amore eterno non acquisterà maggiore efficacia ma il lustro della cerimonia sicuramente sì. Inoltre il Comune potrebbe far entrare nelle sue casse qualche soldo in più e, perché no?, offrire dei posti di lavoro.
LA PROPOSTA È una proposta che ha fatto il suo ingresso in Consiglio comunale al ritmo di marcia nuziale quella del consigliere Gennaro Fuoco (Gruppo Misto). Un'idea che ha avuto un effetto moltiplicatore e fatto fioccare decine di originali controproposte in tema di matrimonio. Prima fra tutte quella di aprire ai novelli sposi gli antichi gioielli di città come location per il rito civile in alternativa alla sala consiliare di via Roma.
LE NOVITÀ L'idea di partenza, di Fuoco, è quella di una modifica del regolamento per la celebrazione dei matrimoni civili per offrire un tipo di cerimonia particolare, “made in Casteddu”. Si vorrebbe dare la possibilità agli sposi di far partecipare alla cerimonia dei figuranti in costume tradizionale sardo o con la divisa storica del Gonfalone comunale, consentire la partecipazione di musicisti, permettere l'ingresso nel palazzo comunale di via Roma di autovetture storiche o di lusso. E dare anche la possibilità di scattare fotografie con testimoni, parenti e amici sia nelle scale sia nel cortile e nelle sale del sindaco e del vice sindaco, per 15 minuti. La durata della cerimonia, invece, può essere estesa sino a 60 minuti. Infine, c'è anche un'altra novità: un piattino con lo stemma del Comune in regalo agli sposi.
I COSTI Il contributo da versare, che attualmente varia dai 70 ai 350 euro, dovrà essere ulteriormente differenziato a seconda del giorno e dell'orario di svolgimento della cerimonia e del comune di residenza dei coniugi. «Cagliari è una bellissima città affamata di lavoro, quest'idea potrebbe offrire servizi aggiuntivi a chi è disposto a pagare qualche centinaio di euro in più ma anche creare nuovi posti di lavoro e portare un guadagno alla pubblica amministrazione», spiega Fuoco. La proposta, presentata prima della pausa estiva, è stata l'apripista per ulteriori valutazioni all'interno della maggioranza. «La Commissione ha affrontato diverse volte questo tema, è interesse di questa amministrazione ampliare le possibilità affinché chi si sposa possa farlo in luoghi diversi», spiega Filippo Petrucci, presidente della commissione Affari generali e attività istituzionali. «Ci sono diversi problemi burocratici, ci stiamo attivando per superarli e rendere possibili i matrimoni in altre sedi; speriamo di riuscire a farlo al più presto».
LE LOCATION Sono diverse le candidate a far parte di un futuro elenco di possibili location di proprietà comunale: l'antico palazzo di città, in piazza Palazzo, sede del Municipio dal Medioevo fino ai primi anni del ventesimo secolo; le grandi torri pisane dell'Elefante e di San Pancrazio, progettate dall'architetto Giovanni Capula; il giardino pubblico che circonda la Galleria comunale d'arte.
IL POETTO Per quanto riguarda la spiaggia del Poetto, trattandosi di demanio pubblico, la procedura è un po' più complicata. «Potrebbe essere valutata come servizio aggiuntivo non ufficiale», dice Fuoco, ovvero la cerimonia ufficiale dovrebbe essere svolta in una delle case comunali e un'altra, cosiddetta “di scena”, potrebbe essere riprodotta sulla spiaggia, ma non senza autorizzazione.
Veronica Nedrini