Restauro privato con prescrizioni pubbliche per i ruderi del convento di San Francesco di Stampace, risalenti al XIII secolo. Nei giorni scorsi, nel Suap del Comune di Cagliari si è svolta la conferenza di servizi che ha autorizzato, con una serie di incisive prescrizioni, il piano di restauro e recupero proposto dalla Colors srl dell'imprenditore sanlurese Carlo Scano, che ha acquistato i ruderi due anni fa, e predisposto dallo studio Professionisti Associati spa, di cui fanno parte Antonio Cabras, Aldo Vanini, Carlo Caredda, Massimo Faiferri e collaboratori.
Il progetto, sostengono le associazioni Amici della Terra e Gruppo d'intervento giuridico, «spazi espositivi, un ristorante, il bookstore e la foresteria» attraverso il recupero “filologico” di spazi e volumi.
Il convento, di singolare impronta romanica e gotica, andò in rovina nella seconda metà dell'Ottocento, dopo che per effetto delle norme abolitrici dell'asse ecclesiastico fu adibito a caserma dei carabinieri (1861), anche se nella Chiesa si continuava a dir messa. Nel 1871 un fulmine fece crollare il campanile, seguito nel 1875 da parte del tetto e delle strutture murarie. La Chiesa venne smantellata, il pulpito di Carlo V finì alla vicina Chiesa di San Michele e l'intero convento fu sdemanializzato e alienato a privati.
Ora, dopo tanto degrado, un progetto i cui particolari, sostengono le due associazioni, «sono da approfondire con estrema attenzione», così come la compatibilità con il «piano attuativo del centro storico che il Comune di Cagliari ha da un lustro in corso di approvazione».