Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Santa Gilla, l’alluvione ha fatto danni

Fonte: La Nuova Sardegna
26 gennaio 2009

LUNEDÌ, 26 GENNAIO 2009

Pagina 20 - Nazionale

Un decreto della Regione rilancia la gestione per la tutela ambientale


Discariche, cumuli di terra, troppa acqua dolce: ora tocca ai comuni



Manca la sorveglianza da parte dei comuni ed è rimasto nel cassetto il programma di valorizzazione finanziato dalla Regione

CAGLIARI. L’alluvione ha lasciato il segno nella laguna di Santa Gilla, lungo gli argini s’è depositata troppa terra, ma a nessuno viene in mente di portarla via pensando che l’ecosistema è delicato e l’acqua frenata smette di scorrere. D’altronde nessuno porta via neppure i calcinacci delle discariche abusive inutilmente denunciate dagli ambientalisti uniche sentinelle, è evidente, dell’area protetta titolare di svariati finanziamenti pubblici sul tema della tutela ambientale. Il gestore ci sarebbe, ma è sopito.
Santa Gilla sul fronte ambientale è affidata interamente alla responsabilità dei comuni (Cagliari capofila, Assemini, Capoterra, Elmas), ma questo non è bastato a fare una sorveglianza della laguna e a compiere atti di gestione ordinaria ogni volta che sarebbe servito. Finito il progetto Life Natura (finanziamento europeo, Cagliari capofila del consorzio di comuni denominato Giliacquas), «La Regione - spiega Alessandro De Martini capogabinetto dell’assessorato all’ambiente - aveva lanciato la proposta di elaborare un piano di gestione dell’area. Era il 2005, noi abbiamo erogati i finanziamenti e dato un supporto perché si programmassero ulteriori interventi di valorizzazione degli aspetti naturalistici». Col progetto Life Natura la laguna era diventata una grande camminamento con protezioni di legno lungo gli argini e cartelli di spiegazione sulle caratteristiche degli animali e delle piante tipiche dello stagno di Santa Gilla. Il progetto avrebbe dovuto avere un punto di contatto con l’industria produttiva avviata per altro verso nello stesso stagno attraverso la concessione a un consorzio di pescatori. Le due entità si dovevano incontrare in piccole aree dopo fosse consentita la pesca ai dilettanti e in visite guidate agli impianti che costituivano la filiera della pesca. Parallela alla valorizzazione naturalistica, la Regione promosso anche una campagna di valutazione degli eventuali residui di lavorazioni industriali, vecchie e nuove. Le analisi hanno rivelato che Santa Gilla non è inquinato e anche i derivati del petrolio rintracciati (i cosiddetti aromatici), erano tutti sotto i livelli di guardia fissati dalla normativa. Di fatto l’impulso dato dalla Regione nel 2005 non ha dato grandi risultati: «Anche la presenza di discariche abusive - spiega De Martini - non è segno di una gestione puntuale. Ma siccome non è da tutti avere alle porte della città una laguna di tali estensione, crediamo sia necessario valorizzare un patrimonio del genere anche nella prospettiva di crescita del turismo ambientale. C’è poi il grande tema dell’occupazione: una gestione accorta può dare risposte anche in questo senso. Ecco perché per i sei anni 2007-2013 la Regione ha fatto una nuova programmazione per spingere i comuni a fare un coordinamento vero, l’unico che possa garantire la gestione quotidiana della laguna». Il lavoro è piuttosto avanti: il progetto è stato approvato e c’è un decreto dell’assessorato all’Ambiente che finanzia il piano di gestione. Comune capofila resta Cagliari, potrebbe tornare in vita l’ufficio di coordinamento già allestito ai tempi del Life Natura.
Scopo dichiarato della gestione è la tutela dell’habitat naturale: «Uno dei problemi della laguna - spiega ancora De Martini - comune a tutte, è l’insabbiamento e poi c’è la necessità di dosare l’apporto di acque dolci. Con l’alluvione il sistema delle saline ha subito danni e anche gli argini, ma sul piano ambientale la situazione è buona perché non ci sono segnali di inquinamento».