L'OPINIONE. Il futuro di Santa Gilla
Santa Gilla è vittima di una latente damnatio memoriae. È luogo denso di storia al punto che il nome di una santa è luogo topografico per eccellenza nelle geografie urbane.
Fin dal 1275 quando i Francescani comprarono un terreno, tra il corso ed il TAR per costruire convento e chiesa, che ubicarono in Stampache versus Sanctam Gillam . L'ossessione a negare santa Gilla perché luogo punico la ebbero già i Romani ma nomi cartaginesi continuarono a persistere nel periodo imperiale.
Che dire di Tuvixeddu? Non esisterebbe senza santa Gilla. I Pisani distrussero nel 1258 la villa giudicale di Santa Igia e le sue velleità sovraniste che abitano in suo nome la nostra contemporaneità. Forse perché a santa Gilla si materializza quello che gli antichi chiamano genius loci, intricato intreccio tra natura e cultura. Lo pensarono uomini del neolitico che abitarono lo stagno dove lasciarono resti di pasto e “microliti geometrici” in selce e ossidiana, venuti in luce con il dragaggio, e tracce di un villaggio in viale Trieste. Forse lo stesso cui riferire la punta di giavellotto in ossidiana rinvenuta nella messa in opera della sopraelevata in via Brenta.
Nell'attuale terra di nessuno peristagnale, centri dell'età del bronzo e del ferro seppero utilizzare vie d'acqua interne e una rete di percorsi sulla terraferma e intermediare con micenei prima e con fenici, greci, etruschi poi. È la stessa via d'acqua che Paulo Mendes da Rocha voleva utilizzare per collegare l'aeroporto con il Campus universitario e via Roma in tempi in cui progettare in grande non era peccato.
In via Brenta frammenti protocorinzi, corinzi, etrusco-corinzi, etruschi, greco orientali raccontano relazioni con greci, etruschi, altri fenici. Raccontano la “fondazione” fenicia di Cagliari. Insisteva nelle aree di via Brenta, della Montecatini-Citta mercato- Centrale Enel, delle vie Simone, Garigliano, Po, nel Mattatoio, nel Campo Scipione, nell'Agip, nell'ex Cementeria, nella via san Paolo. Il perimetro tra Fangariu, lo stagno, Tuvixeddu, san Paolo, viale Trieste sarà nell'altomedioevo capitale del Giudicato di Cagliari. Gaetano Cima vi immaginerà il destino industriale della città. E oggi tanta storia è barattata con un ecocentro ovvero con su muntronaxiu? C'è un'inconsapevolezza simbolica nella mistificazione verbale. Luoghi così evocativi meritano altro. Si decida una destinazione più consona: percorsi natura, sport di cittadinanza, orti e giardini sociali. A santa Gilla/Sant'Avendrace è in corso un forte recupero all'urbano. È la porta di Tuvixeddu che sopravvive all'inadeguatezza contemporanea. Si elaborino un progetto e una visione complessivi della città che paiono mancare o essere deficitari. A santa Gilla serve che qualcuno se ne prenda cura e la restituisca alla cittadinanza.
Maria Antonietta Mongiu