Anche la soprintendenza ai Beni paesaggistici ha detto sì, indicando però come dovranno essere conservate e recuperate alcune pareti del chiostro che ospitò la sede del Partito sardo d'Azione. Poi i muri, giudicati «un unicum di eccezionale valore storico ed architettonico nel panorama locale». Il vecchio convento di San Francesco, rudere di via Mameli che attende una ristrutturazione dai primi anni Novanta, avrà una seconda vita. Diventerà un museo, accompagnato da una libreria e un ristorante. Prevista anche una foresteria. Pochi giorni fa il Comune ha recepito il via libera degli altri enti coinvolti nella conferenza di servizi convocata dal Suap (sportello unico per le attività produttive) e ha accolto l'istanza di restauro presentata dal Colors srl, società - riconducibile all'imprenditore di Sanluri Carlo Scano - che ha la proprietà del palazzo della Rinascente in via Roma e di altri immobili nel centro.
Il convento ha una storia che poche altre costruzioni vantano: le prime tracce - cioè la vendita dei terreni ai frati - risalgono al 1275, e le opere con cui è stato abbellito nel tempo sono ora nella Pinacoteca nazionale di Cagliari. Il declino comincia nel 1871, quando il complesso viene colpito da un fulmine. Qualche anno più tardi cede il tetto. Il progetto di restauro è firmato dallo Studio Professionisti Associati di Antonello Cabras, Aldo Vanini, Carlo Caredda e Massimo Faiferri, con la consulenza del dipartimento di Ingegneria civile dell'università. Saranno ricostruiti anche diversi volumi spariti nel tempo. Sarà eliminato il muro di recinzione in via Mameli: saranno piantati ulivi. (m. r.)