La rabbia degli abitanti della zona che non vogliono
Si aspettavano il palazzetto dello sport, si ritrovano la minaccia concreta di un ecocentro davanti ai balconi. Dieci palazzi, sessantadue famiglie e una certezza: «Non siamo disposti ad accettare questo scempio di fronte a casa nostra».
Il progetto di palazzo Bacaredda spacca il Consiglio e non piace ai residenti di via San Paolo. «Costruire una struttura di quel tipo dentro il centro abitato è follia», commenta Teresa Murgia. «Impensabile, a me hanno fatto chiudere un panificio perché dicevano che inquinava, i politici fanno quello che vogliono, sono allibita», polemizza Maria Concas. «Avevano detto che avrebbero realizzato il palazzetto, invece ci mettono l'immondezza. Sono contrarissimo e pronto a lottare», annuncia Giampietro Polidetti. «Già adesso siamo invasi dai topi, non oso pensare cosa succederà quando apriranno l'ecomostro», osserva Claudio Trincas. «Arriveranno pantegane e coccodrilli», scherza Beatrice Locci. «Non è la zona adatta», sentenzia Giuseppe Putzolu. «Ci sono aree decisamente più idonee, come il faro di Calamosca o Sant'Elia».
A opporsi al disegno dell'amministrazione ci sono anche Mauro e Ignazio Adamo: «Il centro di raccolta sarebbe la prima cosa che vedrebbero i turisti in arrivo dall'aeroporto. Non sarebbe certo una bella cartolina». Paola Carrus è agguerritissima: «Via San Paolo ha già tanti problemi, mancano i servizi e conviviamo con fogne intasate. Che lo facciano a Macchiareddu, non sotto casa mia».
Sara Marci