Ogni notte Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, sogna fantasmi. Fantasmi che prendono corpo e sembianze appena viene mattina. Hanno la forma di sacchetti di plastica magari appena appena squarciati, vecchi pneumatici, water rottamati, posta pubblicitaria a perdere, lavatrici e materassi da gettar via. Rispetto alla media nazionale, Cagliari produce i rifiuti d'una città di 250mila abitanti. Però ne ha centomila in meno. Significa che ci sono centomila fantasmi che entrano-abitano-transitano da clandestini, nel senso che non esistono per le liste anagrafiche e ancora meno per quelle dei contribuenti ma sporcano esattamente quanto gli altri. Al momento del conto, ogni anno più pesante, pagano sempre e soltanto i residenti. Certamente fieri e sicuramente orgogliosi di versare una delle Tari (tassa sui rifiuti) più alte d'Italia. Controlli più serrati? Impossibile, bisognerebbe militarizzare la città. Senso civico? Non pervenuto. Rispetto del prossimo? Sì, ma solo in parrocchia. Intanto Zedda non smette di sognare: per uno come lui, militante di Sinistra Ecologia e Libertà, è un incubo. O una beffa, insomma un cappaò: dacci oggi la nostra Caporetto quotidiana.