Vedova e benestante: un caso seguito dai Servizi sociali. Ieri l'arrivo del nipote, avvocato sassarese
Quello dell'anziana ritrovata tra gli escrementi nel letto della sua abitazione di via Lanusei non è un episodio isolato. E non per colpa dei Servizi sociali del Comune, che seguivano il caso da tempo. In tanti rifiutano gli interventi domiciliari o l'assistenza di una badante. I motivi? La convinzione di potercela fare da soli, i soldi, la paura di lasciare la propria abitazione. Gli assistenti sociali possono poco in questi casi, soprattutto quando gli anziani sono perfettamente in grado di intendere e volere e rifiutano il sostegno, che non può essere imposto. Il ricovero coatto può essere effettuato solo in casi particolari e certo non risolve il problema.
IL CASO DI VIA LANUSEI La donna di 88 anni soccorsa lunedì mattina dai Vigili del fuoco e dalla Polizia municipale nella sua casa di via Lanusei dopo l'allarme lanciato dai vicini di casa preoccupati per il cattivo odore, era seguita dagli assistenti sociali del Comune. Li chiamava «i miei angeli», ma aveva sempre rifiutato ogni forma di assistenza domiciliare. A nulla erano servite le richieste, quasi suppliche, alle quali seguiva sempre un secco «no grazie», ripetuto anche ai medici del 118 che avant'ieri avrebbero voluto trasportarla all'ospedale per una serie di controlli, visto che non mangiava né beveva da giorni. Eppure la donna non ha problemi economici. Pensionata, vedova di un dirigente di un importante ente statale, senza figli, sino a poco tempo era perfettamente in grado di badare a se stessa. Non era un caso limite di disperazione, povertà o solitudine in cui si imbattono tutti i giorni gli assistenti sociali. A parte la stanza da letto in condizioni disastrose, l'appartamento era ordinato, i mobili puliti. Sino a pochi giorni fa, quando l'età e il caldo hanno dimezzato le forze impedendole di alzarsi dal letto che stava per diventare la sua tomba. Dopo tante insistenze i soccorritori sono riusciti a strapparle la promessa che almeno la domenica potrà ricevere un sostegno a domicilio. Non è stato necessario nominare un tutore: di lei si occuperà un nipote avvocato che vive a Sassari.
L'ESERCITO DEGLI ANGELI Durante le feste solitudine e povertà aumentano in maniera inversamente proporzionale alla spensieratezza di chi va in vacanza. Al quarto piano del palazzo comunale di via Sonnino ieri era un giorno da bollino rosso. Le poltroncine dei corridoi animate da giovani in attesa e bimbi spazientiti che di stare fermi non avevano nessuna intenzione. Gli impiegati e gli assistenti sociali cercano di placare gli animi dei questuanti. «Non posso aiutarti, la Regione non ha ancora liquidato le somme», era il refrain ripetuto all'esercito di disperati. «Molti rifiutano l'assistenza. Probabilmente per un problema psicologico», afferma Alessandro Cossa, dirigente del Servizio politiche sociali. «E non possiamo imporla». Quanti sono i casi di rifiuto? «Non siamo in grado di quantificarli ma quest'anno ne abbiamo registrato alcune decine. Chi ha bisogno di aiuto, ma anche solo di scambiare quattro chiacchiere, può chiamare allo 070/680573, il nostro centro di ascolto. Sino al 14 settembre, dalle 8,30 alle 11,30, e dalle 16,30 alle 19, troverà i volontari di Mondo X al servizio delle fasce più deboli».
Cossa è a capo di una squadra composta da cento dipendenti comunali suddivisi nei cinque presidi territoriali (le vecchie circoscrizioni), nella municipalità di Pirri, nella struttura per anziani di Terramaini e nel centro di solidarietà Giovanni Paolo II. «Assistiamo disabili e anziani ma l'aspetto più delicato è rappresentato dai minori. Ne seguiamo centinaia che non sono mai casi isolati ma vivono in famiglie con situazioni difficili o in strutture protette che costano cento euro al giorno ciascuno». La lotta contro la povertà sta diventando impari. «Abbiamo a disposizione un budget annuale di 39 milioni di euro per seguire circa novemila casi disperati. Numeri in crescita (le richieste di aiuto sono raddoppiate) che ci costringono a ridimensionare i sostegni economici».
BARBONISMO DOMESTICO Luigi Minerba è l'assessore alle Politiche sociali. «La città invecchia, gli anziani sono sempre più soli e aumentano i casi di barbonismo domestico , persone che rifiutano gli aiuti. Stiamo studiando una rete di attività amicali, coinvolgendo i vicini e gli amici».
Andrea Artizzu