La Statale 554 non è solo una strada. È anche un piccolo mondo che si intravede fuori delle auto in corsa, osservato di sfuggita ogni giorno da migliaia di pendolari diretti in città. Sullo sfondo decine di piccole e grandi attività commerciali, fabbriche e gli ultimi poderi agricoli. In mezzo ambulanti, qualche bancarella e, a ogni semaforo, la miseria che bussa al finestrino in cerca d'aiuto.
LA PROTESTA «Questo frutteto era di mio padre ed esiste dal 1952» sorride Matteo Ferru, pensionato selargino, proprietario di un piccolo terreno con piante rigogliose che si affaccia direttamente sulla Statale. «Esiste da molto prima che ci fosse la strada, quando qua attorno era tutta campagna. La Statale è diventata pericolosa perché le auto corrono troppo ma, se chiudono l'accesso, come riuscirò ad entrare? Nella mia situazione, qui attorno, ci sono decine di proprietà e attività».
GLI INGRESSI A RASO I 14 chilometri e 700 metri della Statale Cagliaritana sono a scorrimento veloce solo sulla carta. Lo si capisce subito, notando il numero di cancelli a bordo strada, stradine e mulattiere non asfaltate, oltre a decine di ingressi di piccole e grandi aziende che danno direttamente sulla quattro corsie. Nei due lati se ne contano 102. Nel dettaglio: 11 sul versante cagliaritano, 8 a Monserrato, 12 prima di Selargius e 21 a ridosso dello svincolo per Ballao. Poi ancora 7 in prossimità di Quartucciu, altri 15 prima di Quartu, 20 sul versante di Pitz'e Serra e altri 8 prima della rotatoria del Margine Rosso. Insomma: una miriade di ingressi dai quali non si sa mai quando sbuca qualcuno.
L'ONDA VERDE «Una volta esisteva l'onda verde, ora ci sono solo i cartelli», sorride Stefano Mele, autotrasportatore quartese, «bastava tenere i 70 all'ora e i cinque semafori erano sincronizzati. Ora - scherza - si può andare a qualsiasi velocità, tanto si è certi di trovare il rosso. Col traffico servono anche 50 minuti per percorrere tutta la statale».
I SOVRAPPASSI Qualche pedone ancora usa i sovrappassi d'acciaio che dominano la 554, soprattutto i due del versante quartese tra Margine Rosso e Pitz'e Serra. Quelli di Selargius e di Monserrato, invece, appaiono giganti desolati. Più monumenti che camminamenti.
AI SEMAFORI Le scorse estati a chiedere l'elemosina erano anche due bambini rumeni. Quest'anno, al mattino, ai semafori di Quartu e Quartucciu si trovano, tra gli altri, anche Diaw Doudou e Saer Faty, entrambi senegalesi poco più che ventenni: vendono fazzoletti e parasole ai bagnanti diretti al mare. Il semaforo successivo, invece, è diventato l'avversario implacabile di un mendicante che chiede la carità: col rosso distribuisce foglietti con richieste d'aiuto, provando poi a racimolare qualche moneta prima che scatti il verde.
IL CONSORZIO È stato per anni il sogno irrealizzato di imprese e amministratori locali: veder trasformata la Statale 554, oltre che in una delle più importanti arterie dell'Isola, anche in un vero polo economico dell'area vasta. Un qualcosa di simile al Cacip (il consorzio industriale del Cagliaritano che raggruppa anche Assemini, Elmas, Uta e Sarroch) ma sul versante orientale del capoluogo. Ci hanno provato in tanti ma, per il momento, la Statale appare quasi più una barriera che un'opportunità.
Fr. Pi.