L'INTERVISTA. Le spine del sindaco: manutenzioni, metropolitana, piano opere pubbliche
Massimo Zedda: il Poetto rinascerà dopo i disastri del passato
Due anni al voto, si ricandiderà?
«Sì, se me lo chiedessero».
Massimo Zedda, 38 anni, è il sindaco più giovane di un capoluogo regionale. La sua amministrazione di centrosinistra ha vinto dopo quattro mandati a guida centrodestra.
Con quante possibilità spera di essere rieletto?
«Tante quanti sono i progetti che consegneremo alla città. Parte di questi sono già stati consegnati».
Crede di avere più critici o sostenitori?
«In questo momento più sostenitori rispetto a una prima fase di difficoltà».
Dove avrebbe potuto fare di più?
«Nei servizi ai cittadini se non ci fosse stata la crisi economica, pagata con i soldi dei Comuni».
Le richieste più frequenti che riceve.
«Pulizia, manutenzione delle strade e dei marciapiedi».
I bisogni dei cagliaritani.
«Dagli anni Novanta fino ai primi anni del Duemila chiedevano servizi rivolti ai bambini, ai giovani e poi agli anziani. Adesso pulizia e manutenzioni. Non a caso ci stiamo caratterizzando con la riqualificazione urbana».
Città più povera?
«Sta reggendo la crisi. Sono più poveri i cittadini e le loro famiglie».
I giovani hanno meno speranze rispetto al passato di restare in città?
«Dipende dalle occasioni di lavoro. Il Comune non ha competenze sulle politiche riguardanti l'occupazione, però con il cambio di guida alla Regione si spera in uno slancio positivo anche da parte dell'assessore Virginia Mura».
Perché è difficile trovare casa in città?
«È facile trovarla. Più difficile pagare l'affitto o il mutuo».
Lo spopolamento continua: come pensa di fermarlo?
«Il dato sullo spopolamento non tiene conto di una fase del censimento ancora aperta: molti cittadini non hanno compilato tutti i moduli. Il conto è la scelta di molti cagliaritani di trasferirsi nell'hinterland, altro è il saldo negativo tra decessi e nascite. Il dato di duemila cittadini in meno potrebbe non essere reale: stiamo verificando».
Per l'opposizione il Piano triennale delle opere pubbliche è un libro dei sogni.
«Qualche volta i sogni si realizzano».
Il fiore all'occhiello della sua amministrazione sarà il Poetto riqualificato?
«Ci sono interventi più importanti ma meno visibili. Certo è che il Poetto andava tutelato dopo il degrado e gli interventi devastanti del passato. Si pensi al ripascimento. E si tenga anche conto di quanto il Poetto incida nei ricordi dei cagliaritani. Molti lo considerano casa propria».
Dopo 28 anni d'attesa è stato approvato il Pul: lascerà davvero tracce durature?
«È lo strumento che consente anche ai privati, nell'ambito delle regole che ci siamo dati, di creare posti di lavoro in sintonia con i lavori di riqualificazione in corso».
Il Comune dovrà restituire i terreni di Tuvixeddu all'imprenditore Cualbu?
«È un tema da verificare, ma non credo proprio».
Tuvixeddu e Tuvumannu diventeranno veri parchi?
«Me lo auguro. Secondo me è irrealizzabile l'idea a suo tempo avuta di costruire».
Quando vedremo l'Anfiteatro aperto tutto l'anno?
«Abbiamo la disponibilità di un milione e mezzo di euro per restaurare il sito, renderlo visitabile e proporlo come luogo per spettacoli. Ci stiamo lavorando».
Quali piazze saranno ristrutturate?
«Sono tante. Tra queste le piazze Gramsci, Garibaldi, Costituzione, Jenne, Delle Aquile a Pirri, San Michele, Matteotti».
La metropolitana di superficie darà alla città l'aspetto efficiente che immaginava prima di essere eletto sindaco?
«Il disegno è ampio: si tratta di portare la metropolitana a Quartu, collegarlo con tutto l'hiterland per poi avere meno auto in ingresso a Cagliari. Il segmento da piazza Repubblica a piazza Matteotti è parte fondamentale dell'intero progetto».
I parcheggi programmati in via Cammino Nuovo le hanno attirato molte critiche: rifarebbe la stessa scelta?
«Come si possa criticare senza aver visto il progetto è difficile da capire. C'è chi vuole l'immobilismo, o critica dopo aver visto un semplice rendering preliminare. Noi aspettiamo che la commissione di gara finisca il piano per poterlo valutare».
Nel mirino anche l'Arena concerti: scelta fatta senza tener conto dell'acustica?
«Davvero c'è chi crede che il vento a Cagliari soffi soltanto all'Arena di Sant'Elia? Ricordo di aver assistito a certi spettacoli all'Anfiteatro con il giubbotto per la moto. Mi sono stupito anch'io l'altra sera che a piazza Palazzo soffiasse il maestrale: ero convinto che succedesse solo all'Arena concerti. La verità è che Cagliari aspettava una sede da 10 mila posti dove ospitare i concerti da 20 anni. Il centrodestra vorrebbe continuare a cercare, noi abbiamo scelto».
Il teatro lirico è ancora un malato grave?
«Ho fatto il medico del teatro, mi auguro che nessuno voglia somministrare veleno».
Andrà in ferie?
«Lo sono tutti i giorni. Da mezzanotte alle sette del mattino».
Pietro Picciau