Ad accogliere i frequentatori nel tratto quartese del Poetto, non ci sono distese verdi, alberi e siepi rigogliose. Chi arriva nella spiaggia dei centomila, dal Lido del carabiniere fino a Margine Rosso, trova ad accoglierlo una distesa gialla. Il giallo è il colore dominante delle aiuole e delle siepi. Tutta colpa di un insetto killer che ha distrutto la vegetazione di Atriplex halimus , in sardo comunemente chiamato elimu .
Si tratta di un arbusto tipico della fascia costiera e degli acquitrini d'acqua salata. Il responsabile dello scempio è un parassita di cui non si conosce nemmeno il nome. Tra le siepi del Poetto ha trovato il suo habitat ideale.
«Le siepi nel lungomare pur essendo una specie arbustiva molto rustica», spiegano dagli uffici dell'assessorato all'Ambiente del Comune di Quartu, «non sono esenti da malattie e parassiti. Nel territorio quartese, ma anche in quelli confinanti di Cagliari e Quartucciu, le siepi di Atriplex ospitano un parassita che prolifera prevalentemente nella stagione estiva e sino al mese di ottobre». Purtroppo l'insetto «si è mostrato così virulento che nella sola estate del 2013 si è diffuso in gran parte del litorale. Sono pochissime le informazioni attualmente disponibili sulle larve raccolte nel 2012 e le armi per sconfiggerlo sono poche, ma stiamo facendo di tutto per risolvere il problema».
C'è però una buona notizia. I giardinieri hanno constatato che il cuore delle siepi è ancora verde e con l'arrivo dell'autunno inizierà una potatura speciale che dovrebbe rimetterle in sesto e scongiurare nuovi attacchi nella prossima stagione. Recentemente al Poetto è stato effettuato un trattamento fitoterapico anche sulle palme contro l'attacco del punteruolo rosso. Lo stesso trattamento ha interessato inoltre le palme dei giardini pubblici e privati all'interno della città.
Problemi, infine, anche per i lecci. In via Marconi i giardinieri sono stati costretti a potature drastiche per eliminare il cerambice. Si tratta di un coleottero che scava nel tronco e rende l'albero instabile portandolo al crollo.
Giorgia Daga