Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ferragosto: città chiusa

Fonte: L'Unione Sarda
13 agosto 2014

Negozi aperti oggi e domani, il 15 c'è spazio solo per ristoranti e bar

Serrande abbassate ovunque, poche le eccezioni 


Oggi e domani tutto aperto, venerdì tutto chiuso o quasi, sabato metà e metà. E domenica? Dipende. Ecco Cagliari, città turistica (nelle intenzioni) e candidata a capitale europea della cultura per il 2019, dove nei giorni immediatamente precedenti e successivi al 15 agosto ogni commerciante si organizza come meglio ritiene. «Si potrebbe dire “aperti per la crisi”», sintetizza efficacemente Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti, riferendosi all'elevatissimo numero di negozianti al lavoro questa settimana. Ma la battuta non vale per il giorno di Ferragosto, quando le serrande delle vie principali saranno chiuse (figurarsi quelle delle altre strade), ed è vera solo parzialmente per le 24 ore seguenti, che la gran parte degli esercenti trascorrerà in ferie. Sempre meglio che attendere clienti ipotetici e sostenere spese superiori agli incassi: questo il pensiero dominante. E così, ancora una volta, la città del sole rischia di apparire semi deserta agli occhi dei turisti che, sfidando un caldo terrificante, dovessero decidere di attraversarla a piedi in cerca di cultura e acquisti ricordo.
Da San Michele al quartiere del Sole, dalla Marina a Castello passando per Stampace, Villanova, Genneruxi, San Benedetto e tutti gli altri rioni, secondo i dati del Comune sono attive «5.200 strutture di commercio fisso e al dettaglio e di forme speciali di vendita», fa sapere l'assessore al Turismo Barbara Argiolas, poi ci sono altri «3.100 pubblici esercizi». Proprio questi ultimi la faranno da padrone, nel senso che i locali certamente aperti nel weekend saranno ristoranti, bar e locali notturni. «Sino a dieci anni fa anche loro il 15 restavano chiusi, ora la tendenza si è invertita», giura Bolognese, «basta provare a prenotare una cena per venerdì notte alla Marina. È quasi tutto pieno». Colpa o merito, dipende dal punto di vista, di una difficoltà economica che ha portato a tagliare drasticamente il periodo di vacanza. Ormai in soffitta le classiche due settimane di ferie in pieno agosto, ci si limita allo stretto indispensabile. Tranne qualcuno: negozi di musica, elettronica, abbigliamento, assistenza meccanica, un sexy shop (il periodo è troppo caldo) e alcuni bar che riapriranno solo a fine mese. Così anche il piccolo locale di via Cavour, sopra via Roma, dove si vendono souvenir tipici e che proprio in questi giorni, forse, avrebbe potuto sfruttare la presenza di turisti e cagliaritani rimasti in città. Per il resto, si lavora. Ci si prova.
«Oggi e domani i commercianti saranno al proprio posto, ciascuno nel suo locale», sottolinea Bolognese, che dalla scrivania dell'associazione che dirige da anni ha una visione complessiva della situazione, «aprono anche i negozi a conduzione familiare. Sono tutti spinti a farlo dall'alto numero di turisti». Sabato invece la musica sarà diversa, solo la metà degli esercenti alzerà le serrande: «Circa il 55 per cento».
Venerdì, infine, la desolazione. Tutto chiuso, a parte, come detto, ristoranti e punti vendita di prodotti tipici. Quindi, chi cercasse altro rispetto a un buon pranzo e alla spiaggia, vada in uno dei pochi musei aperti o si arrangi. Altrimenti prenda in parola il lettore che, su L'Unione Sarda di due giorni fa, ha scritto una lettera nella quale spiegava che lui e la moglie, quasi ottantenni, quando per Ferragosto «tutti (o buona parte, vista la crisi) partono verso il mare o la montagna, ci consoliamo con un inatteso regalo: la città rimasta semivuota, con molti parcheggi liberi, poco traffico, un silenzio quasi irreale». Una «(ri)scoperta», dicono: «La nostra è una bella città. Soprattutto a Ferragosto».
Andrea Manunza