L'INTERVISTA. Più servizi gestiti in maniera associata, nuove norme sul territorio
Erriu: enti locali e urbanistica, a settembre le riforme
La Giunta è di centrosinistra, la gran parte dei sindaci sardi pure. Perché allora il confronto è stato così complicato, in questi primi mesi (almeno fino all'intesa sul patto di stabilità)? «Colpa degli spazi finanziari che abbiamo trovato, ancor più stretti del previsto», risponde Cristiano Erriu.
L'assessore agli Enti locali, per anni a capo dell'Associazione dei Comuni, ha lavorato a lungo all'accordo firmato da Francesco Pigliaru con la stessa Anci e il Consiglio delle autonomie locali, che alleggerisce il peso del patto di stabilità: «Non è che non ci fosse disponibilità al dialogo», insiste Erriu, «bisognava trovare le quadrature».
E quella che è stata trovata è soddisfacente?
«Beh, corrisponde alle richieste degli enti locali, che sono davvero in condizioni difficilissime. Quando il presidente Anci, Pier Sandro Scano, dice che questa intesa li farà arrivare vivi a fine anno, non esagera».
Può garantire che il fondo unico degli enti locali non subirà tagli nella prossima manovra?
«Gli ambiti del bilancio 2015 li deve ancora definire l'assessore Paci. Il fondo unico è fondamentale, ma dev'essere garantita anche la qualità della spesa».
Come si fa?
«Si possono individuare gli ambiti ottimali per la gestione associata di alcuni servizi. Del resto la legge impone di farlo, dal 31 dicembre, per nove funzioni fondamentali nei centri con meno di 5000 abitanti».
La famosa riforma degli enti locali quando arriva?
«La stiamo elaborando. È molto complessa, bisogna trasferire le 140 competenze e i 2.500 dipendenti delle Province. C'è già una bozza, la discuteremo con le associazioni degli enti locali e poi l'approveremo in Giunta».
Tempi?
«Accennavo alla scadenza del 31 dicembre: la riforma dev'essere approvata entro l'anno. C'è anche la scadenza della legge Delrio: se entro il 7 aprile le regioni speciali non approvano il riordino, si vota per le Province di secondo livello. Ma noi faremo prima».
Però le Province resteranno.
«Ho detto spesso che vogliamo rispettare la volontà popolare di eliminarle. Però finché il Parlamento non cambia la Costituzione e il nostro Statuto, non è possibile. Intanto noi prepariamo i nuovi contenitori».
Ci saranno anche accorpamenti di piccoli Comuni?
«No. Siamo del tutto contrari a imporre fusioni. Favoriremo invece le Unioni di Comuni».
Il sindaco di Nuoro, Sandro Bianchi, chiede attenzione per le zone interne.
«È giusto. Non mi scandalizza l'idea di spostare alcuni uffici regionali. Non c'è solo Cagliari».
Secondo Bianchi, la programmazione dei fondi Ue privilegia Cagliari, Sassari e Olbia.
«Siamo in una fase di passaggio: la vecchia programmazione è già decisa, i nuovi fondi ancora non ci sono. Il lato positivo è che i territori possono partecipare alle decisioni. Non sarà uno sviluppo calato dall'alto».
Che cosa significa?
«Che anziché fare bandi per distribuire soldi secondo strategie decise dalla Regione, saranno i Comuni a proporre interventi in base alle loro esigenze».
Bianchi è del Pd, gran parte dei sindaci che protestavano nei giorni scorsi sono del centrosinistra. Sullo sviluppo locale, la nuova Giunta è partita col freno a mano tirato?
«Non voglio fare polemiche sul passato, ma abbiamo trovato una situazione oggettivamente molto trascurata. Però stiamo affinando buone soluzioni».
Sul fronte urbanistico, che novità ci annuncia?
«Anche in questo caso contiamo di concludere a settembre il confronto con tutti i portatori di interesse, per arrivare finalmente al disegno di legge sul governo del territorio. Sarà l'autunno delle riforme».
Giuseppe Meloni