Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sterpaglie come benzina E i piromani ringraziano

Fonte: L'Unione Sarda
12 agosto 2014

Le ordinanze antincendio ci sono ma i controlli restano insufficienti

 


Le multe per chi non pulisce dalle sterpaglie i campi incolti sono salate. Possono arrivare sino a duemila euro. Il problema è che i controlli non sono sufficienti e il rischio di incappare in una sanzione è molto remoto. Con la conseguenza che, dato che siamo in Italia, in tanti se ne fregano e il problema torna di attualità, insieme alle polemiche, solo quando quei terreni carichi di erbaccia secca diventano benzina per incendi che possono diventare devastanti e mettere a repentaglio vite umane.
STERPAGLIE OVUNQUE Basta farsi un giro nell'area vasta di Cagliari per capire in quale misura le ordinanze che all'inizio di ogni estate i Comuni adottano sulla base delle prescrizioni regionali antincendio, restano spessissimo lettera morta. E non sono solo i privati a disattenderle. «In alcuni casi - spiegano dal comando dei vigili del fuoco di Cagliari, che ogni giorno in questo periodo effettuano in media venti interventi per roghi causati dalle sterpaglie - si tratta di aree pubbliche, un problema che nasce dal fatto che molti Comuni non sanno neanche di avere la proprietà di certi terreni». Fare una mappa completa è impossibile, perché ci vorrebbe un intero giornale. Le sterpaglie stanno ovunque: lungo la 554, così come nelle periferie de capoluogo e di Quartu, Selargius, Monserrato, Settimo, Sinnai. Su centinaia di appezzamenti e lotti di ogni dimensione crescono vere e proprie foreste di erba secca che spesso assediano palazzi, case rurali, capannoni. E persino dentro i centri abitati, come in via San Paolo a Cagliari, dove qualche giorno fa un furioso incendio scoppiato tra le case ha costretto i vigili urbani a chiudere la strada, mentre le fiamme hanno lambito la ferrovia e alcune palazzine da dove due famiglie sono scappate.
RISCHI E RIFIUTI L'Anas e le Ferrovie si limitano a pulire le cunette delle strade e delle reti di loro competenza, per una fascia di tre metri (a occhio non sempre rispettati). Ma su quelle provinciali e comunali, per non parlare delle strade di penetrazione agraria, è spesso un disastro. E non è solo un problema legato al rischio incendi: frequentemente tra l'erba incolta si nascondono discariche abusive a cielo aperto e quando passa il fuoco si sprigionano fumi altamente tossici. «Ogni volta che spegniamo un incendio viene fuori di tutto - confermano i vigili del fuoco -, elettrodomestici, rifiuti di ogni tipo, carcasse di automobili».
LE NORME Ma quali sono le regole e come funziona la catena dei controlli? «Sino a qualche anno fa la Regione emanava ogni anno un'ordinanza - spiega Ugo Calledda, commissario del Corpo Forestale -, ora ci sono invece le prescrizioni antincendio pluriennali che vengono aggiornate». L'ultima delibera da parte della Giunta è del 18 aprile, con la quale sono state approvate le «prescrizioni 2014-2016, parte integrante del Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi, redatto ai sensi della legge 353/2000».
LE PRESCRIZIONI Si prevede, tra le altre cose, che entro il 15 giugno «i proprietari ed i conduttori (anche pubblici) di terreni appartenenti a qualunque categoria d'uso del suolo, sono tenuti a ripulire da rovi, sterpaglie, materiale secco di qualsiasi natura, l'area limitrofa a strade pubbliche, per una fascia di almeno 3 metri calcolati a partire dal limite delle relative pertinenze della strada medesima». E ancora: «Anche i proprietari e/o gli affittuari di terreni siti nelle aree urbane periferiche, devono realizzare, lungo tutto il perimetro delle fasce protettive prive di qualsiasi materiale secco aventi larghezza non inferiore a 5 metri».
I CONTROLLI Va da sé che in pochi rispettano queste prescrizioni: «In realtà sono soprattutto i privati a disattenderle - spiega Calledda -, quanto al controllo compete a tutti: noi forestali, le forze di polizia e i vigili urbani. Ma spesso è complicato perché neanche si riesce a risalire ai proprietari dei terreni». E i piromani gongolano.
Massimo Ledda