Prima del sì al Pul sono state esaminate 30 osservazioni di cittadini e associazioni
Scano: attesi 27 anni per tutelare un grande bene ambientale
Le norme salva-Poetto approvate l'altra notte dal Consiglio comunale erano attese dal 1986, quando ruspe e operai fecero piazza pulita dei casotti. Il via libera al Piano di utilizzo del litorale (Pul) ha messo ancor più in evidenza - al di là della contrapposizione politica che ha portato la minoranza di centrodestra a disertare il voto in Aula - l'importanza dello strumento di programmazione urbanistico-ambientale. «Ma limitare il Pul ad una semplice regolamentazione dei baretti», dice Andrea Scano, presidente della Commissione urbanistica e ambiente, «sarebbe del tutto riduttivo». Il Piano come un libro con vari capitoli. Scano: «Stiamo parlando di un ambiente delicato che va maneggiato con cura, e non può essere utilizzato come un bene usa e getta».
IL FUTURO Il Piano è passato sotto la lente di ingrandimento della Valutazione ambientale strategica (Vas). L'obiettivo: «Quel che si fa oggi non deve pregiudicare il futuro della risorsa ambientale, a meno che non ci si voglia trovare davanti, tra dieci o vent'anni, un Poetto ridotto a una striscia sottile di pietre e ghiaia». La Vas, osserva la Commissione comunale che ha esaminato e votato il Pul prima che questi approdasse in Aula, «ha consentito da subito a cittadini, imprenditori, associazioni, di partecipare alla costruzione del Piano con proposte e suggerimenti». Scano difende il Comune e, in particolare, l'opera svolta in Commissione: «Chi, due o tre anni fa, ci accusava di incapacità e pretendeva soluzioni immediate - dopo decenni di precedente inerzia - sbagliava. Un Piano ben fatto comporta, inevitabilmente, alcuni anni di lavoro. La fase appena superata ha comportato l'esame di ben 30 osservazioni. La Commissione da me presieduta ha dedicato una decina di riunioni all'esame approfondito di queste osservazioni, molte delle quali sono state accolte, almeno in parte, per migliorare le regole».
LA SPIAGGIA La sfida da vincere nell'immediato: mettere d'accordo “chi ama la spiaggia libera con chi preferisce sdraio e ombrellone in uno stabilimento” ma anche “chi gode della musica a tutto volume in una calda notte estiva e il residente che reclama - giustamente - di dormire”. Non è stato facile accontentare tutti: oltre i venti concessionari dei chioschi - le nuove strutture saranno di 300 metri quadrati - i proprietari di cani, ambientalisti, sportivi, giovani e anziani. «In questo piano», assicura Scano, «sono state messe finalmente regole chiare e certe, dopo accuratissimo studio e quasi trent'anni d'attesa».
Pietro Picciau