Finito l'esame degli emendamenti, oggi il voto finale col presidente del Consiglio, bagarre in aula
ROMA L'esame degli emendamenti e il voto dell'ultimo articolo del ddl Boschi, il 40, si è concluso poco dopo le 19,30: 188 voti a favore, 33 contrari e 9 astenuti, tra gli applausi della maggioranza. Il presidente dell'Aula Pietro Grasso ha quindi annunciato che le dichiarazioni di voto per l'approvazione della riforma, in prima lettura, avranno inizio questa mattina dalle 9,30, a seguire il voto finale.
Rispettata, dunque, la tabella di marcia che prevedeva il voto sul ddl Boschi per l'8 agosto, ultimo giorno utile. Grazie soprattutto al forcing degli ultimi giorni - complice anche l'Aventino dei Cinque Stelle, che non hanno partecipato ai lavori dell'Aula per protesta - che ha permesso di approvare gran parte degli articoli, con pochi emendamenti dei relatori e un paio di passi falsi della maggioranza, ma non sui pilastri della riforma.
La conferenza dei capigruppo, convocata dal presidente Grasso in apertura dei lavori, ha deciso che si sarebbe andati avanti a oltranza fino al voto finale, salvo pause tecniche, fino all'esaurimento di tutti gli emendamenti per arrivare alle dichiarazioni dei gruppi e al voto finale sul provvedimento oggi. Il premier Matteo Renzi potrebbe anche essere in aula. Restano le incognite, come l'ipotesi - data per più che probabile - che al momento delle dichiarazioni di voto finali i frondisti di Forza Italia che fanno capo a Raffaele Fitto dichiarino il proprio distacco dal voto del gruppo. Mentre il M5S potrebbe non partecipare alla votazione finale.
Non sono mancati momenti di tensione. Grasso ha espulso dall'aula il senatore del M5S Stefano Lucidi per intemperanze e ha sospeso i lavori. «Visto che è imbavagliato, si accomodi fuori», ha detto Grasso. Le proteste sono nate sui tempi per presentare sub emendamenti alle modifiche apportate dai relatori. Il parlamentare grillino prima si è aggrappato ai banchi, poi ha alzato le mani opponendo resistenza ai commessi che lo trascinavano fuori tra le urla e le proteste dei colleghi.
Dal M5S dure accuse al presidente Grasso, accusato di «atteggiamenti di servilismo verso maggioranza e governo e atteggiamenti inaccettabili nei confronti dell'opposizione», secondo il capogruppo pentastellato Vito Petrocelli.
Prima della bagarre numerosi articoli avevano avuto il via libera di Palazzo Madama. Approvato l'art.10 che riscrive l'iter di formazione delle leggi. Il nuovo testo affida prioritariamente il compito di legiferare alla Camera dei deputati, mentre all'Aula di Palazzo Madama vengono attribuite competenze su leggi specifiche, come quelle costituzionali. Inoltre è passato, con parere favorevole di relatori e governo, un emendamento che prevede l'inserimento in Costituzione dei referendum propositivi e di indirizzo, al momento non previsti dalla Carta. Con l'approvazione dell'art. 34 viene posto un limite agli emolumenti dei componenti degli organi regionali - compreso il presidente - di modo che non possano superare l'importo di quelli spettanti ai sindaci dei Comuni capoluogo di Regione.
Intanto la Camera ha approvato definitivamente con 303 sì, 163 no e 9 astenuti la riforma della Pa. Tra le principali novità, la mobilità obbligatoria fino a 50 chilometri di distanza dalla sede di appartenenza e la rimodulazione del turn over, che diventa più flessibile, per il quinquennio 2014-2018.
Serenella Mattera