Le speranze e i malumori di chi lavora da tanti anni sulla Spiaggia dei Centomila In riva al mare il
Le incertezze sono finite, il futuro può regalare sogni ma lascia anche la coda di debiti. «Dobbiamo ancora ammortizzare le spese degli anni scorsi». Il via libera del Comune al Piano di utilizzo del litorale divide i gestori dei baretti e anche l'opinione pubblica. C'è diffidenza davanti al documento che ridisegna la fascia costiera cagliaritana. «Sono contento, basta che non ricambino di nuovo idea», dice con tono sarcastico Carlo Alciator, titolare del Malibù. I tavolini sono quasi tutti pieni, i camerieri indaffarati. Ma l'ombra dei debiti è pesante. «Sto pagando le spese del passato, tra improvvise chiusure e operazioni di montaggio e smontaggio ho pagato più di centomila euro. Ho chiesto aiuto alle banche, sto lavorando per restituire i soldi».
Dopo anni di attese, e altrettanti di lotte e proteste, il Pul diventato realtà non strappa troppi sorrisi dietro i banconi dei chioschetti. «Finalmente si sono decisi», commenta con poco entusiasmo Eliseo Carta proprietario della Lanterna rossa. «Aspetto gli eventi, certo saranno in pochi a poter riaprire», lascia la frase a metà, ma l'allusione all'esperienza disastrosa del passato è palese.
Sole a picco e frustate di maestrale rovente. La spiaggia dei centomila si appresta a vivere una nuova fase. Superata quella della sabbia grigia è arrivato l'amianto. Poi c'è stato il tempo dei chioschetti chiusi a chiave. Smontati, rimontati, e fatti fuori un'altra volta. Ora inizia il paragrafo del Pul, che fissa regole certe per la spiaggia dei cagliaritani e mette fine al caos e alla stagione infinita degli abusi edilizi e delle irregolarità. «Finalmente c'è un quadro normativo chiaro che ci permette di lavorare secondo le norme», osserva Maurizio Marongiu, proprietario del Twist e componente del consiglio di amministrazione del consorzio Poetto Service. Le direttive del Comune sono chiare, le richieste della controparte pure. «Cercheremo di dialogare con l'amministrazione per riuscire a riutilizzare almeno in parte le strutture esistenti, in modo da ridurre al minimo le spese e perché ci venga consentito di montare una cucina per la ristorazione».
L'estate è a metà strada, dietro l'angolo c'è già la sfida della stagione invernale. Alessandro Ticca, titolare dell'Otium, è perplesso. «Ci permettono di restare aperti tutto l'anno ma ci vietano di mettere pannelli per la stagione fredda», osserva. «L'unico aspetto positivo è la garanzia del 2020». Data in cui le concessioni scadranno e dovranno essere rilasciate con una nuova gara d'appalto
Sara Marci