Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Farris: ratificato un accordo con un budget incompleto

Fonte: L'Unione Sarda
8 agosto 2014


REAZIONI. Opposizione critica. Depau (Sel): più utile integrare edilizia privata e pubblica

 

Un atto illegittimo, costoso e inutile ai destini di Sant'Elia. Giuseppe Farris, capogruppo di Forza Italia in Consiglio, non usa mezze parole per derubricare il Piano di risanamento approvato mercoledì sera in Aula. Le critiche dell'opposizione, che si è comunque espressa con un'astensione generale, si concentrano soprattutto sulla copertura economica del progetto da 37 milioni di euro.
«Siamo stati chiamati a ratificare un accordo che poggia su un budget incompleto», spiega il consigliere, «senza contare che sullo stanziamento dei 17 milioni mancanti l'amministrazione non ha alcuna voce in capitolo. Una condizione che rende scorretto e illegittimo il modo con cui ha deliberato il Consiglio». Farris non ha nemmeno nascosto le perplessità sull'efficacia di un intervento, che a suo dire, non produrrà i benefici che il rione aspetta danni per uscire dall'isolamento. «Il documento votato in Aula», continua Farris, «non contiene misure per facilitare il passaggio dei locali ai privati. Una provvedimento che potrebbe aiutare Sant'Elia più dei tanti milioni destinati da questo Piano».
Dubbi condivisi, seppure parzialmente, anche dalla collega Marisa Depau (Sel). «La sistemazione di cortili e parcheggi non basterà a togliere l'etichetta di ghetto al quartiere. Servono soluzioni più radicali come l'integrazione di edilizia privata e pubblica». Da tempo la consigliera si batte affinché parte degli edifici popolari vengano messi in affitto con patto di futura vendita a giovani coppie. «La demolizione dei palazzi più fatiscenti sarebbe troppo costosa, ma basterebbe anche il loro restauro. Se non facilitiamo così l'integrazione tra il quartiere e il resto della città, Sant'Elia rimarrà emarginato e abbandonato a se stesso». Depau ne è convinta: il rione popolare non ha bisogno di locali commerciali, ma soprattutto di servizi: «I negozi? Chi verrebbe mai a fare shopping? Il trasferimento di alcuni uffici pubblici o della Prefettura sarebbe invece un vero segno di cambiamento. Se trasformi il tessuto sociale, cambierai anche il quartiere». (l. ma.)