Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Una lunga battaglia attorno alla necropoli punica

Fonte: L'Unione Sarda
7 agosto 2014


La giunta Soru impose vincoli sull'area oggetto di un precedente accordo di programma

 

Quattordici anni, finora, di progetti, accordi e liti giudiziarie con un unico denominatore comune: il colle di Tuvixeddu e gli edifici residenziali, il parco archeologico e le strade al suo interno. Tutto ha inizio il 15 settembre 2000 con l'accordo di programma per la sistemazione urbana e ambientale di 48 ettari. Firmano Comune di Cagliari (sindaco Mariano Delogu), Regione (presidente Mario Floris), Iniziative Coimpresa e alcuni privati (due famiglie e la società Edilstrutture) proprietari del 6 per cento delle aree. Nel 2006 la Giunta Soru estende i vincoli all'area oggetto dell'accordo e fa sequestrare i cantieri edilizi e del primo tratto dell'asse viario Cadello-San Paolo.
Il costruttore Gualtiero Cualbu chiede alla Procura di accertare se siano stati commessi reati nell'imposizione del nuovo vincolo. L'ex governatore e l'ex assessore Carlo Mannoni vengono accusati di abuso d'ufficio: Soru intendeva affidare, senza gara pubblica, lo studio di un progetto all'architetto Clément per 150 mila euro, i dirigenti lo avevano bloccato e allora Clément non aveva avuto un incarico formale ma ottenuto solo 50 mila euro dalla Fondazione Banco di Sardegna.
Nel contempo si era scoperto che Cualbu aveva assunto Valeria Santoni, la figlia del sovrintendente Vincenzo che, nella commissione sul paesaggio, era stato l'unico a votare contro il nuovo vincolo sul colle sostenendo che non erano stati trovati nuovi reperti (si diceva ne fossero venuti alla luce oltre mille). Così padre e figlia, l'archeologa Donatella Salvi e Cualbu erano finiti sul registro degli indagati: corruzione. Il sospetto era che Santoni avesse votato contro il nuovo vincolo per ripagare Cualbu dell'assunzione della figlia. Alla fine le indagini scagionano tutti e Santoni viene assolto in Appello: i vincoli erano due e lui, in commissione Paesaggistica, si era riferito al perimetro evidenziato dal vincolo del 1997, molto più ampio rispetto a quello archeologico precedente. Le tombe rinvenute erano all'interno dell'area vincolata.
Sul versante amministrativo, nel 2009 il Tar cancella i provvedimenti del soprintendente ai Beni architettonici e paesaggistici che, nel 2008, aveva annullato le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal Comune per due progetti residenziali in via Codroipo e via Is Maglias. Nel 2009 arriva un nuovo via libera per gli interventi grazie alle decisioni di Tar e Consiglio di Stato. Nel marzo 2011 il Consiglio di Stato stabilisce che la Regione non sbagliò a imporre i nuovi vincoli previsti dal Ppr e ad annullare le concessioni per la costruzione degli edifici. Ma nel maggio 2013 il lodo arbitrale ha riconosciuto 77,8 milioni di euro a Cualbu. (an. m.)