Una rom di dodici anni in via Po, altri a Sant'Avendrace e nel centro storico
Minorenni costretti a chiedere l'elemosina in strada
Quando la carità ha gli occhi tristi di un bambino è difficile non allungare qualche spicciolo. È per questo che nei clan di nomadi e tra la povera gente che vive di stenti, il compito di chiedere l'elemosina è spesso relegato ai più piccoli. Altre volte l'incarico spetta alle donne, accompagnate da neonati o altri figlioletti sgambettanti al seguito. Nei giorni scorsi, però, è scattato un giro di vite con controlli a tappeto della polizia municipale per limitare il fenomeno dell'accattonaggio infantile. Tutto è cominciato dopo una drammatica segnalazione registrata una decina di giorni fa, ma venuta alla luce solo ieri, che ha consentito l'individuazione di una dodicenne rumena costretta a trascorrere intere giornate da sola a chiedere spiccioli al semaforo di via Po. A lanciare l'allarme, subissando di telefonate il centralino della Polizia municipale, sono stati gli automobilisti e gli abitanti di Sant'Avendrace che vedevano la ragazzina sbucare nel traffico quando la luce del semaforo diventava rossa: chiedeva qualche moneta affacciandosi dai finestrini, scansandosi solo quando scattava il verde. Fermata da una pattuglia di vigili e portata al Comando, allo staff ha detto solamente di essere rumena, orfana di padre e con la madre rimasta nel suo paese. Quasi sicuramente una bugia, detta forse per impedire che si riuscisse a risalire alla sua famiglia e a chi la obbligava a chiedere l'elemosina in strada. L'unica realtà era l'età: appena dodici anni. Presa in consegna dal Tribunale minorile, la giovane è stata trasferita in una casa protetta. «Portare i bambini a chiedere l'elemosina o forzarli a farlo è un reato», taglia corto Ada Lai, responsabile dei Servizi sociali del Comune, «quando riceviamo una segnalazione ci attiviamo per effettuare interventi mirati. Nell'ultimo periodo abbiamo registrato casi in via Crispi e nei pressi di viale Bonaria, dove c'erano mamme rumene che chiedevano l'elemosina con i loro bambini. Per quanto riguarda i Rom, al campo nomadi contiamo una novantina di minori, ma quelli in età scolare devono per forza studiare. Un autobus va a prenderli tutti i giorni e li riporta, mentre per i più piccoli c'è l'asilo col centro gioco direttamente nel campo. Le famiglie lo sanno bene: se non mandano i figli a scuola rischiano l'immediata espulsione». Un altro allarme è poi scattato questo fine settimana in via Sonnino, nei pressi del Municipio: un bambino rumeno di nemmeno dieci anni che chiedeva spiccioli e sigarette ai passanti. Ma quando sono arrivate le assistenti sociali, il ragazzino si era già volatilizzato.
FRANCESCO PINNA