Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

La notte della passione In 10 mila per il Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
5 agosto 2014


L'EVENTO. Presentata la squadra all'Arena, trionfo per Conti e Zeman 

Enrico Pilia

Il Cagliari è dei tifosi. E se qualcuno aveva dubbi, riavvolga le immagini di ieri, di una festa molto popolare, intrisa di rossoblù e di forti speranze per un progetto che piace a pelle. Migliaia di persone, forse 10 mila, centinaia con la maglia del Cagliari, famiglie, coppie, la gente dello stadio, tutti si sono radunati a pochi metri dal Sant'Elia per cantare un inno, per salutare un gruppo di giocatori, per far capire a un allenatore così particolare che questa è passione pura, che qui è capitato bene perché la gente ha voglia di divertirsi.
Arena Concerti, sono le 21.04 e Jacopo Cullin, talento d'attore prestato per una sera a un palco che sembrava un'area di rigore, apre una serata storica, per la città. Non ricordiamo un avvenimento come questo, dove non c'era nulla in palio, con la maglia numero 17 che ricompare, con i giocatori che vengono ingoiati dal popolo manco fossero rockstar, con i brividi sulla schiena quando Daniele Conti non riesce a spiccicare parola perché quell'affetto, quell'amore è troppo anche per lui. Sul palco (l'audio era mal regolato e forse un maxischermo avrebbe aiutato quelli più lontani) ecco la seconda conduttrice, Eleonora Boi, stritolata dall'emozione per quella marea umana nonostante un passato da miss. Cullin chiama il sassofonista Emanuele Contis, poi il giornalista Luca Telese, che regala una serie di massime di Zeman, distribuite in trent'anni di carriera, che scatenano applausi su applausi. Giorgio Porrà, volto (cagliaritano) di SkySport è abile nel far battere i cuori del pubblico quando sollecita, a mo' di appello, il ritorno immediato di Gigi Riva nel Cagliari. L'assessore Puggioni disegna un «futuro grandioso» per la città e chiede applausi per Cagliari capitale della cultura, ma il tifoso ha fame. Vuole i suoi idoli.
Ed eccoli, i giocatori, i nuovi e i vecchi, le facce che il tifoso più attento sta memorizzando e quelle che sono impresse sulla pelle - per sempre - di chi per il Cagliari farebbe qualsiasi cosa. Arrivano sul palco trasportati da un pezzo, Happy , di Pharrel Williams, disegnato su misura per una serata così. La timidezza dei giovani portieri, le lunghe braccia di Almunia, il calore per i volti nuovi, i primi boati per Rossettini, Ekdal, Dessena e Pinilla, fino alla standing ovation per Ibarbo. Cullin azzecca i tempi delle presentazioni di Sau, Pisano e Cossu e il pubblico lo accompagna, lo aiuta, i tifosi fanno come se quello fosse il vero Sant'Elia. L'uscita di Conti e l'abbraccio dei quattromila dell'Arena è il primo segnale che questa stagione è comunque speciale, perché decide la fine di un'epoca, quella celliniana , nel segno di un calciatore che quell'epoca l'ha giocata quasi tutta, diventandone uno dei simboli. E vedere, in tribuna, gente come Beppe Tomasini, Pino Bellini e Gigi Piras tributare un omaggio al capitano di oggi fa capire quanto pesi quella fascia nella storia del Cagliari.
Cullin e la Boi convocano, per chiudere col botto, il tecnico di Praga. E lui, Zdenek Zeman, anni 69 e non sentirli, li ripaga subito con una battuta: «Cosa penso? Che ci dobbiamo preparare per l'allenamento di domattina». Mentre parla, chissà cosa dice, perché le curve dell'Arena sembrano “quelle” curve e chi non salta juventino è, è... copre tutto, un omaggio a Zeman neanche tanto velato. Salta anche la squadra.
Meglio non poteva andare, inno compreso. Perché i Sitikis sono ancora molto cagliaritani e, fieri di esserlo, non hanno avuto alcun timore di urlare la loro passione. «Era il mio sogno, è la serata più importante della mia carriera», ha confessato Diablo Spedicati. Il bambino tifoso che diventa grande e può scrivere l'inno del Cagliari, un lieto fine che aggiunge sapore a una notte rossoblù fino in fondo. Fino a quando Diablo non chiama Tommaso Giulini sul palco: «Grazie a tutti».