Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Verso il distretto unico Cagliari-Olbia-Porto Torres

Fonte: L'Unione Sarda
1 agosto 2014

INFRASTRUTTURE.

Ecco cosa succederà nell'Isola con la riforma del Governo L'Authority e un solo porto

Un unico grande porto, una sola Autorità portuale. Va verso questo traguardo, in Sardegna, la rivoluzione annunciata dal Governo sugli scali marittimi. Nell'Isola Cagliari-Olbia-Porto Torres formeranno un unico distretto, sotto l'ala di un'unica Port Authority, per il Sud e il Nord Sardegna. Sarebbe questa la riforma portuale da tempo annunciata da Palazzo Chigi e ancora in alto mare. Chi sperava di saperne di più, ieri, con l'arrivo del decreto Sblocca Italia in Consiglio dei ministri ha dovuto ricredersi. E ora non si esclude che il futuro dei porti venga incluso in un disegno di legge ad hoc, visto il peso dell'argomento. Tema che scotta, con il tanto discusso accorpamento delle Autorità portuali. E così, mentre Salerno (che non vuol stare con Napoli) e Savona (contraria all'unione con Genova) protestano, anche nell'Isola si levano voci di consenso o dissenso, a seconda che arrivino dal Sud o dal Nord, su una riforma che, al di là dei “si dice”, resta ancora sconosciuta.
LE NOVITÀ La rivoluzione del Governo parte dal colpo di scure sulle autorità portuali: saranno dimezzate da 24 a 15. Secondo lo schema previsto all'interno del decreto Sblocca Italia i futuri distretti saranno così accorpati: Genova-Savona, La Spezia-Marina di Carrara, Livorno-Piombino, Napoli-Salerno, Gioia Tauro, Palermo-Trapani, Augusta-Catania-Messina, Taranto, Bari-Brindisi, Ancona, Ravenna, Trieste-Monfalcone Venezia-Chioggia, Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta. In Sardegna, come detto, Cagliari farà coppia con Olbia-Porto Torres. Che ne pensa l'assessore regionale ai Trasporti? «Premesso che quelle che circolano sono solo indiscrezioni - avverte Massimo Deiana - se l'ipotesi di un unico distretto dovesse passare bisogna avere la capacità di pensarla come un'opportunità per una gestione unitaria e integrata di tutto il comparto. Quanto alla sede non mi sentirei di escludere che possa essere Cagliari».
VOCI A FAVORE Che sia l'inizio di un cambiamento per i porti italiani lo ricorda anche un esperto di mare, l'ammiraglio Nicola Silenti, per trent'anni in servizio alla Capitaneria di porto di Cagliari, oggi responsabile della formazione della gente di mare per conto del Collegio capitani lungo corso e macchine. Silenti vede «bene» quest'accorpamento Cagliari-Olbia-Porto Torres, non crede abbia ancora senso la rivalità tra le due realtà portuali dell'Isola. «Non c'è più quella grossa concorrenza, ormai abbiamo porti specifici e ritengo che la gestione di un'unica autorità portuale possa accrescere la capacità di attrarre investimenti e di incrementare il traffico merci. Se lo spirito della riforma non verrà tradito - sottolinea Silenti - l'unificazione della governance dei porti e la concentrazione delle risorse in un unico distretto, a cui andrà l'1% dell'Iva, sarà a vantaggio dell'intero sistema isolano».
ALTRE VOCI Per ora è questa la traccia seguita dal Governo per dare attuazione alla riforma, dopo anni di discussione e di proposte che giacciono in Parlamento. Proprio da una di queste, scritta da Debora Serracchiani (Pd), il Governo ha preso spunto per la sua riforma, a partire dal dimezzamento delle autorità portuali nazionali ridotte da 24 a 15, tante quante sono i core port europei, più Civitavecchia. Una riforma che però nell'Isola rischia di scatenare una guerra. «Quale prezzo dovrà pagare il Nord Sardegna?», si chiede il consigliere regionale FI, Giuseppe Fasolino, sindaco di Golfo Aranci. «Non è chiaro per quale logica questi porti debbano perdere la loro autonomia: la diretta conseguenza - spiega Fasolino - sarà quella di vedere finire i porti del Nord sotto la giurisdizione di una nuova e più estesa Authority la cui governance sarà verosimilmente affidata a Cagliari. Non per campanilismo ma per rispetto della storia dei porti e delle città di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres».
SCENARIO Se per il segretario della Cgil, Michele Carrus «lo sviluppo delle attività portuali non passa necessariamente per un'unica autorità regionale, tanto più se calata dall'alto», Salvatore Plaisant, segretario Assospedizionieri Sardegna, paventa un altro timore: «È giunta voce di un accorpamento con la Sicilia e questo ci preoccupa moltissimo. Andare invece verso un unico distretto in un'isola che non vanta più un grande traffico merci è la giusta strada». Inutile negare che le nomine saranno un altro terreno di scontro: i presidenti delle Authority verranno nominati dal ministro dei Trasporti. Ma questa sarà tutta un'altra guerra.
Carla Raggio